In una sala don Tamis al limite della capienza
di GIORGIO FONTANIVE
AGORDO La popolarità di Eugenio Bien, classe 1947, ha avuto una grande conferma nel pomeriggio di sabato 10 dicembre in sala don Tamis, con un incontro fiume del mondo della montagna agordina e oltre, unitamente alla base popolare soprattutto delle frazioni del capoluogo in cui, il Nostro, nato a Le Vile di Agordo, si è sempre identificato. Il racconto, in poco più di un’ora, è stato vissuto con silenziosa partecipazione non solo dai convenuti più attempati e compagni d’avventure che si sono anche ritrovati in qualche furtiva immagine, ma anche dei più giovani con i quali el Genio ha costruito un rapporto privilegiato grazie al suo carisma e alle sue capacità di stare assieme: in quota come sul fondovalle in incontri conviviali dalle imprevedibili conseguenze. Come imprevedibile è stato anche il palinsesto della manifestazione, da tempo in animo nel Circolo Culturale Agordino presieduto da Lionella Tonet, entusiasta del successo ottenuto e particolarmente emozionata anch’essa, forte del grande consenso avuto grazie ad una serie di collaboratori che al termine hanno ricevuto un pubblico ringraziamento per quanto fatto. In particolare è doveroso segnalare l’impegno di Roberto Soramaè – ormai un’autorità nel campo della preparazione di documentari – che, assieme ad Alessandro De Zorzi ha trasferito in video/voce con professionalità quanto andava proponendo Eugenio Bien, talvolta fatto di “complicata semplicità”. Il risultato è stato una sorta di un magico viaggio, interrotto dalle sequenze del programma presentato in 3 tempi, intervallati da brevi stornelli d’osteria con l’amico Rica, recitazione di poesie del Leopardi, trii corali con Damiano Soppelsa e Tecla Zasso sulle note di conosciuti brani di montagna. Il pubblico, in una sala don Tamis al limite della capienza, ha seguìto la manifestazione con calore, partecipazione, coinvolgimento, dando atto ad una dimostrazione di affetto e stima a questo personaggio agordino che si è raccontato nell’incanto della sua montagna, quella innevata. Una montagna che non l’ha mai tradito anche se talvolta, non è stata benevola con qualche suo amico: anche questo certamente parte di un percorso terreno le cui vie sono imperscrutabili. Grazie ad Eugenio per quello che ci ha donato e, anche a nome del Circolo Culturale, grazie a tutti coloro che hanno voluto esserci.