di RENATO BONA
E’ prevista per il 14 dicembre prossimo la fine dei lavori che il personale della bellunese Impresa Deon sta eseguendo da tempo per la realizzazione di “opere di mitigazione del rischio idraulico ed idrogeologico ed aumento del livello di resilienza del fiume Piave, mediante interventi diffusi di difesa spondale e ricalibratura dell’asta fluviale nel tratto compreso tra Borgo Piave e Lambioi”. E’ quanto si può leggere nel grande cartellone che è stato montato a suo tempo poco oltre il ponte dell’Anta sul torrente Ardo, a poche decine di metri dalla confluenza col Piave, lungo la via della Roggia (ex Rossa, che ricordava il sindacalista bellunese Guido, originario di Cesiomaggiore, ucciso dalle Brigate Rosse negli “anni di piombo”, il 24 gennaio 1979). L’assessorato all’ambiente e protezione civile della Regione ha previsto lo stanziamento di 3 milioni per l’esecuzione dei lavori (nell’ambito degli interventi urgenti di protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato il territorio della Regione Veneto, dal 27 ottobre al 5 novembre 2018) che fanno capo al Genio civile bellunese quale Unità organizzativa che vede quale responsabile unico del procedimento l’ing. Roberto Dall’Armi. Progettista delle opere è l’ing. Paolo Peretti della Ipros ingegneria ambientale srl.; progettista delle strutture il prof. Alberto Mazzucato; coordinatore della sicurezza in fase di progettazione l’architetto Giovanni Bez; direttore dei lavori l’ing. Peretti; direttore operativo l’ing. Simone Sponga; coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione l’architetto Bez; direttore tecnico del cantiere il perito industriale Gianni Della Costa; responsabile di cantiere l’ing. Alessandro Pavei. Intanto, la giornalista Irene Aliprandi de Il Corriere delle Alpi, ha parlato di questi ed altri interventi con l’assessore regionale alla Protezione civile, il bellunese Gianpaolo Bottacin, il quale ha giustamente evidenziato che oltre a quanto giù deciso nel 2020 con un impegno di spesa sui 2 milioni di euro, sono in corso o previsti altri impegnativi interventi che porteranno a 6 i milioni investiti per la sicurezza del Piave nel borgo omonimo, dalla confluenza con il torrente Ardo di cui abbiamo detto sopra, e fin oltre “Lambioi beach”. Torniamo alle prime opere quelle che – precisava Bottacin alla Aliprandi – prevedono un sovralzo di 1 metro e 15 centimetri dell’arginatura della sponda destra che garantirà quello che viene definito il ‘franco idraulico’ che risultava insufficiente come ha avuto modo di accertare con studi idrodinamici il prof. D’Alpaos. I lavori interessano un tratto di poco inferiore ai 300 metri, 2,95 per l’esattezza e garantiranno la riprofilatura dell’argine in terra fino al termine del parcheggio delle ex Concerie. Bottacin aveva avuto modo di confermare che questo intervento si integra con quello che è stato finanziato al Comune di Belluno per un “cavaliere d’argine” che garantisce gli scarichi delle fognature bianche anche con il Piave in piena, evitando gli allagamenti che tanto disagio hanno comportato ad esempio in occasione degli eventi del 2018 che vanno sotto il nome di Vaia. In proposito, il sito bellunopress.it il 5 maggio dello scorso anno dopo il voto della giunta di Palazzo Rosso che dava il via libera al progetto di fattibilità tecnica ed economica aveva citato l’assessore comunale ai lavori pubblici Biagio Giannone il quale aveva spiegato che il tipo particolare di sifone noto appunto come “cavaliere d’argine” viene solitamente utilizzato per aggirare gli ostacoli derivanti dall’argine di un fiume, posizionando una condotta che “scavalca” l’argine per poi ridiscendere e gettarsi nel corso d’acqua. Viene quindi installata una pompa che avvia semplicemente il movimento dell’acqua dal bacino verso il fiume, dopodiché il flusso d’acqua continua autonomamente a mantenersi costante. L’impianto – aveva puntualizzato – “servirà un bacino di 6,45 ettari compreso tra Via Dell’Anta, Via Lungardo, Via Caduti del Ponte di San Felice, Via Uniera dei Zater fino all’intersezione con Via San Nicolò e la sponda destra del Fiume Piave e del Torrente Ardo”. In questo fervore di preziose iniziative è compresa la sistemazione delle difese rigide in blocchi ciclopici sul tratto finale di circa 110 metri che erano state devastate all’epoca di Vaia. L’assessore regionale non dimenticava di richiamare la sistemazione della difesa al piede in sponda sinistra del “Fiume sacro alla Patria”, appena a monte del Ponte della Vittoria “dove attualmente è presente un reticolo di travi e cordoli di difesa al piede del muro arginale esistente”. Una volta concluso l’intervento che riguarda Lambioi e non solo, è prevista la prosecuzione del sovralzo verso valle, fino al Pontet.
NELLE FOTO (Renato Bona; Facebook, bellunopress.it): l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin; l’assessore comunale di Belluno Biagio Giannone; Irene Aliprandi, giornalista del Corriere delle Alpi; vari momenti degli imponenti lavori in corso da Borgo Piave a Lambioi.