UN’IMPRESA DAVVERO ECCEZIONALE
DALLA PAGINA FACEBOOK DOLOMITES MAADNESS
ROCCA PIETORE Una salita lunga tutto il ghiacciaio della Marmolada, da Passo Fedaia fino ai 3.265 metri di Punta Rocca per 1.300 metri di dislivello e 4 ore secche di marcia nella neve: Moreno Pesce e #GianluigiRosa, entrambi con un’amputazione transfemorale e l’esclusivo aiuto dei ramponi, hanno stravinto la loro sfida sportiva e umana arrivando, dopo un impressionante sforzo atletico, in cima alla Marmolada. Accompagnati dalla guida alpina Gianni Caronti, Funivie Marmolada srl come sponsor, e tanta tanta voglia di vivere, ce l’hanno fatta!
L’INTERVISTA A RADIO PIU….
DALLA pagina Facebook di Moreno Pesce
Si chiama sindrome da arto fantasma. Quella sensazione di avere l’arto che non c’è più. Si manifesta in vari modi. E’ fastidiosa e dolorosa. A me funge da campanello di allarme. Quando si presenta, vuol dire che ho paura e non sono sereno. Giovedì notte ha bussato nella mia mente, non lasciandomi dormire. E quando non dormo, la mente viaggia…
“…Fantasie, fantasie che volano libere
Fantasie che a volte fan ridere
Fantasie che credono alle favole…” cit. Vasco Rossi
Dopo 43 anni, la settimana che precedeva il quarto tentativo per raggiungere la vetta della Marmolada, sembrava portasse ad un nuovo rinvio. Ed invece, con precisione quasi chirurgica, abbiamo cercato una “finestra” meteo opportuna con Gianni (la guida), attendendo la bella giornata di sabato per far impaccare la neve caduta. Il processo di fusione è molto importante nei giorni successivi a fenomeni nevosi come quelli avvenuti. Per me, la base di tutto, è questa: la sicurezza. Non c’è nulla di più insensato che rischiare la vita per un “gioco”. Avere affianco dei compagni di viaggio come Gianluigi, Veronica e Valter ha reso ancor più piacevole la salita. Vista la qualità del fondo e la disponibilità, assieme al favore di tutto lo staff del Marmolada – Move To The Top, dovevamo solo raggiungere il nostro obiettivo. Progressivamente il dislivello aumentava, la tratta da percorrere diminuiva e la nebbia si attenuava. Un timido sole ci dava il buon giorno…per poi, rivelarsi con tutto il suo splendore appena sotto ai 3000 m. dell’intermedio di Serauta. Passo lento e costante con pit-stop ogni 15 minuti per recupero idrico. E non solo! Non vado di fretta quando sono sui monti. Mi piace respirare e godermi tutta la salita, facendo foto e guardando i paesaggi che madre natura ci ha regalato. Purtroppo, chi è con me, a volte, prende freddo… Mi rammarico un po’ di ciò. Ma quando una persona sceglie di salire con uno come me, o uno come noi, sa’ che l’ultimo dei suoi problemi è la velocità o il tempo che ci impiegherà. Condividere con noi il suo tempo è un modo diverso di conoscere un mondo a rallentatore. Ma quel mondo lento, non è un mondo che toglie la possibilità di arrivare a 3265 m. di Punta Rocca. E festeggiare con un buon prosecco la giornata di fatica condivisa.