CORTINA Quaranta, tra docenti di vario ordine, formatori CAI e guide, hanno infilato gli scarponi per rispondere alla proposta della Fondazione Dolomiti UNESCO e della Fondazione Giovanni Angelini di Belluno: l’ormai tradizionale Corso di formazione interdisciplinare di Geografia, che si è concluso ieri (12 luglio 2020) a Cortina, grazie anche alla collaborazione della locale sezione CAI, del Parco Naturale Dolomiti d’Ampezzo, delle Regole d’Ampezzo e del Comune di Cortina. La sede delle lezioni teoriche è stata la Ciasa de Ra Regoles di Cortina, ma due intere giornate sono state dedicate alle uscite sul campo, tra le Tofane e gli Altopiani Ampezzani. Questa la vera peculiarità di un corso che, in vista di un anno scolastico nel quale andranno privilegiate le uscite rispetto alla didattica in aula, è diventato un’occasione privilegiata per acquisire competenze interdisciplinari sulle Dolomiti, da trasmettere agli studenti e a tutti i fruitori della montagna. “Quando abbiamo riproposto il corso in molti si sono affrettati a iscriversi, proprio perché stanchi della didattica a distanza” afferma Ester Cason Angelini, “la montagna offre libertà e spazi, per questo, dopo il COVID-19, va valorizzata come scrigno di salute e benessere”. “Organizziamo questi corsi da sempre” continua Ester Cason Angelini, “ma dal 2009, con l’iscrizione delle Dolomiti nella lista del Patrimonio Mondiale, grazie alla stretta collaborazione della Fondazione Dolomiti UNESCO, li dedichiamo di anno in anno a uno dei nove sistemi”. “Al corso prendono parte alcuni fedelissimi, segno che l’iniziativa piace e consente di scoprire sempre nuove aree dolomitiche”, sottolinea Selina Angelini, che ha curato l’organizzazione, “ma ogni anno arrivano anche persone nuove, con background molto diversi. La peculiarità di questi tre giorni è la possibilità di acquisire conoscenze teoriche, da sperimentare subito sul territorio, per poi trasmetterle ad altri, agli studenti o a tutti i frequentatori della montagna”. “I partecipanti sono tutti appassionati di montagna, quindi sono delle spugne: sono interessati a tutti gli aspetti geografici geomorfologici, floristici”, commenta uno dei relatori, il geologo Danilo Giordano, insegnante all’IIS Follador. “Le Dolomiti Ampezzane sono perfette per un’esperienza come questa, perché dal punto di vista geologico sono un libro aperto, gli affioramenti sono evidenti. Ciò che unisce tutte le discipline che vengono trattate è il concetto di bellezza: l’insieme di quella geologica, floristica, faunistica, paesaggistica si compone in una completezza assoluta”.