VENEZIA Punto stampa, aggiornamento covid19 in Regione.
I NUMERI TAMPONI 2.870.960 (+16386) TEST RAPIDI 1.128.467 (+35.677) POSITIVI 3607 (su oltre 50mila tamponi) RICOVERATI 3059 (erano 2400 nella prima fase) TERAPIE INTENSIVE 340 (+3) AREA NON CRITICA 2.719 (+15) DECESSI 4173 (+108) DIMESSI 7740 (+92)
LEGGI LA CONFERENZA STAMPA DI LUCA ZAIA
“C’è maltempo, rischio valanghe e smottamenti, state a casa. Lo dico anche a quelli che in coda a serpentone si stanno dirigendo verso la montagna». I bar dei centri commerciali possono aprire?: la Regione farà una richiesta di approfondimento al governo.
Siamo in una fase speriamo di parte alta delle curve, ma lo confermano i grafici, ma stiamo parlando di covid e anche se le curve hanno una timida tendenza a calare, il covid può anche innalzarsi di nuovo. L’affluenza e le grandi masse che si spostano ci portano ad essere la Regione con l’indice RT più alto (1,11). Siamo preoccupati, è ora che le curve inizino a virare. In Veneto c’è chi vorrebbe il lockdown e chi vorrebbe meno restrizioni. Dobbiamo evitare gli assembramenti, i fiumi umani verso il centro delle città. Adesso c’è il rischio valanghe dappertutto ha nevicato tanto e si possono creare anche smottamenti, per questo l’invito a stare a casa e non andare in montagna. Nei giorni del ponte dell’Immacolata, la gente andrà a fare shopping. Lunedì 7 è prefestivo, centri e parchi commerciali restano chiusi. Il Veneto è in zona gialla perchè ha saputo gestire bene la pressione sanitaria, ma adesso con oltre 3.000 ricoveri il problema si sente. Siamo fortemente preoccupati per gli assembramenti.
DOMANDE
APPELLO GIOVANI MEDICI SUI CORSI DI SPECIALIZZAZIONE Mi farò portavoce, siamo a conoscenza della vicenda e si ripete ciclicamente. Intendo parlarne già oggi con il Ministro, è una partita che va risorsa a livello nazionale con piglio e determinazione e non con i ricorsi in Tribunale. Noi siamo quelli che per primi hanno rotto la sacralità ipotizzando l’assunzione in Pronto Soccorso dei medici abilitati, allora venne su un gran “casino” succedesse oggi nessuno direbbe nulla. NOVITA’ DA ROMA DOPO GLI APPELLI? No al momento non ci sono novità TAMPONI A SCUOLA CI SONO RITARDI E MANCANO FONDI? Fondi non ne mancano, l’efficenza non è al cento per cento il contact tracing copre l’85%, la macchina è fatta di uomini e donne con 60 mila tamponi al giorno. LIBERA PROFESSIONE Vedremo di riaprire, era una scelta per evitare che chi ha i soldi possa farsi curare. DAI BARISTI DEI CENTRI COMMERCIALI CHE RIMANGONO CHIUSI Tutto chiuso nei centri commerciali se non c’è distribuzione di alimenti. Faremo comunque un quesito nelle FAQ vediamo se riusciamo a farli classificare come erogatori di cibo. RECOVERY FUND Come Regioni abbiamo chiesto un confronto con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, siamo ancora in un limbo. L’ospedale di Padova resta la priorità. Se vogliamo fare veloci con le opere del Recovery Fund ci vorrà un commissariamento, non vedo alternative. Il Recovery Fund è l’ultimo treno che passa per il Paese, 750 miliardi. FARETE ORDINANZE? Vedremo cosa accade questi giorni dopo l’uscita del DPCM, se dobbiamo continuare a fare ordinanze anti assembramenti qualche cosa non funziona. Sarebbe un fallimento dire alla persone “non fare quella cosa perché ti fa male”. C’è chi è disposto a mettersi in coda per entrare nei grandi magazzini e nei negozi pieni di persone per i regali di Natale.
IL DOTTOR PAOLO ROSI responsabile terapie intensive
Voglio darvi una lettura dei numeri e spiegarvi cosa succede a quei numeri che sono persone. Occupazione stabile in terapia intensiva, dai 330 ai 340 letti occupati da pazienti affetti da covid. Ci sono almeno 20-25 pazienti al giorno che entrano in terapia intensiva e altrettanti escono. Situazione tutt’altro che tranquilla, 25 pazienti al giorno è un afflusso critico con grande sforzo del personale in un lavoro molto gravoso. Sono pazienti molto complessi. Ci sono percentuali fisse, sappiamo che ogni 200 persone positive 1 finisce in terapia intensiva, dato stabile da più di un mese. Oggi 3600 positivi, 14 di loro entro dieci giorni entreranno in terapia intensiva e un centinaio ricoverati. Una parte dei pazienti sviluppa un quadro clinico estremamente grave e arriva in terapia intensiva con un quadro medico non facilmente trattabile, sopravvive poco più del 50% dei pazienti. Di quei 14 pazienti che entreranno in terapia intensiva quindi 7 moriranno. I pazienti meno gravi rimangono 15 giorni in terapia intensiva, quelli che muoiono 20 giorni con trattamenti gravosi. L’unico modo per ridurre questa percentuale è ridurre il numero di positivi, finché non avremo il vaccino non ci saranno alternative. Fasce d’età: i giovanissimi non muoiono, ma metà dei pazienti ha più di 70 anni, l’altra metà ne ha meno anche di 40-50 anni ricoverati in terapia intensiva con elevata mortalità anche in questa fascia d’età .Nella prima ondata la mortalità nelle terapie intensive era del 30-35% non molto lontana da quella attuale».LA MEDICINA E’ NON BISOGNA AMMALARSI MA C’E’ CHI DICE CHE NON SA COME HA FATTO A PRENDERSELO PUR CON LE DOVUTE ATTENZIONI. Con la mascherina portata da entrambe le persone che vengono in contatto e una distanza di sicurezza almeno un metro la possibilità di contagio è trascurabile. L’esempio è l’ambito lavorativo dove i contagi arrivano per mancata osservanza dell’uso dei dispositivi. Chi contagia non è riconoscibile e anche chi si pensa sia sicuro potrebbe essere veicolo del contagio.
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