Nei giorni in cui l’alpinismo piange la perdita di Ermanno Salvaterra, una delle figure più amate e rispettate nel mondo dell’arrampicata, si riaccendono i ricordi di un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile tra le vette più imponenti. La sua prematura scomparsa riporta alla mente uno dei momenti più significativi della sua carriera, quando nel lontano 1992 si alzò fiero sul palco dell’Agordino D’Oro Premio i Discreti. Con passo sicuro, ma sempre con grande umiltà, ha scalato non solo le vette più alte, ma anche i cuori di chi lo conosceva. La sua forza interiore e la sua dedizione all’arrampicata erano tangibili in ogni sfida affrontata, in ogni parete conquistata.
Nel 1992, Salvaterra fu insignito dell’Agordino D’Oro Premio i Discreti, un riconoscimento che lo premiava non solo per le sue imprese alpinistiche straordinarie, per lo sci, per il cinema, ma anche per il suo spirito di squadra e la sua capacità di ispirare gli altri. In quell’occasione, con umiltà e gratitudine, condivise il palco con altre personalità eccezionali come Deborah Compagnoni (sport_sci alpino), Giorgio Chiesura (letteratura), Bruno De Donà (alpinismo), Don Elio Sommavilla (geologia e attività umanitarie in Somalia) e Andrea Zanzotto (poesia) Quella giornata rimane impressa nella memoria di chi ebbe la fortuna di esserci. L’energia e l’entusiasmo di quei grandi nomi riempivano il Broi, la piazza verde di Agordo, mentre ognuno di loro rappresentava una storia unica di successo e dedizione. Ermanno Salvaterra, con il suo sorriso sincero e la sua umiltà disarmante, contribuì a creare un’atmosfera di condivisione e ammirazione reciproca.
mirko mezzacasa_
grazie a Nella _ Alice
foto archivio Unione Montana Agordina
ADDIO ERMANNO, ICONA DELL’ALPINISMO
La sua prematura scomparsa lascia un vuoto nel mondo dell’alpinismo e un’impronta duratura nella storia di questa disciplina.
BELLUNO La comunità dell’alpinismo piange la tragica perdita di Ermanno Salvaterra, 68 anni, un noto rocciatore della Val Rendena. Conosciuto come “l’uomo del Torre” per le sue epiche imprese sul Cerro Torre in Patagonia. L’incidente si è verificato ieri pomeriggio nelle Dolomiti di Brenta. Salvaterra stava scalando il Campanile Alto lungo la via Hartman-Krauss insieme a un cliente. Mentre era in testa alla cordata a circa 2.750 metri di altitudine, un appiglio ha ceduto, causando una caduta di circa venti metri. I soccorsi sono stati immediatamente attivati, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. L’elicottero del Soccorso Alpino è giunto sul luogo dell’incidente, ma i tecnici di elisoccorso hanno potuto solo constatare il decesso di Salvaterra.
Ermanno Salvaterra, nato il 21 gennaio 1955 a Pinzolo, ha sempre avuto una passione innata per l’arrampicata. Ha compiuto la sua prima scalata significativa all’età di 11 anni sulle Torri d’Agola. Nel corso degli anni, è diventato un maestro di sci e, nel 1979, ha ottenuto la qualifica di guida alpina. La sua determinazione lo ha portato a raggiungere traguardi straordinari, tra cui il record italiano di velocità in discesa nel 1988, quando ha raggiunto la velocità di 211,640 chilometri all’ora.
Ermanno Salvaterra non è soltanto un alpinista: è prima di tutto un montanaro di montagna. Lo sottolineo perché è riduttivo presentare Ermanno solamente come “L’uomo del Torre”. Reinhold Messner