BELLUNO Non tutto ma di tutto. Come per altro pensare di esaurire in cinque giorni di visita la straordinaria stratificazione storica della Sicilia occidentale? Così per il Tci di Belluno è stato d’obbligo scegliere nell’accumulo di civiltà che Palermo ha sedimentato con contaminazioni affascinanti ma ha altresì irradiato da sempre il suo sfarzo e le sue miserie nel territorio circostante, oggi fagocitandolo nella continua cortina di cemento che ha invaso orti e agrumeti e nel passato espandendo i simboli delle sue classi dominanti – il clero e l’aristocrazia – lungo le direttrici della costa e dell’interno. Un tour attraverso i segni lasciati da arabi, normanni, spagnoli, borboni e chi più ne ha più ne può mettere senza paura di sbagliare. Qualche esempio? Palazzo dei Normanni, la cappella Palatina, san Giovanni degli Eremiti, San Cataldo, dove non può mancare ad esempio Monreale, secolare centro gravitazionale del potere ecclesiastico. , ed è Palermo Bagherìa, un tempo città di galeotti e poi, a partire dal tardo Seicento, luogo di villeggiatura dove il barocco siciliano conobbe, nelle ville sparse a grappoli nella campagna, il proprio effimero splendore. Di tutto ciò oggi non rimane che un arazzo frammentario, i cui magnifici brandelli costringono il visitatore a un itinerario affascinante e insieme contraddittorio. Una sensazione colta anche dai Soci veneti del Touring Club Italiano condotti in visita dal console Eldo Candeago per un appuntamento con la storia e l’arte, approfittando della