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VENEZIA – In un contesto in cui il dibattito sul lavoro povero e sulla qualità dell’occupazione è sempre più acceso, l’Osservatorio Mercato del Lavoro di Veneto Lavoro ha avviato un’indagine sulla diffusione e sull’applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) nei rapporti di lavoro dipendente privato attivati in regione negli ultimi due anni. I primi risultati mostrano una realtà ben strutturata: quasi la totalità dei nuovi contratti attivati nel 2023 è collegata a un CCNL preciso. In media, all’interno di ogni comparto economico vengono applicati tre diversi CCNL, ma in alcuni ambiti se ne contano fino a sei o sette. Solo il 2% dei rapporti di lavoro non risulta associato ad alcun contratto collettivo, segnalando comunque un’area da monitorare con attenzione. I tre CCNL più diffusi coprono oltre un terzo delle nuove assunzioni del 2024, spesso a carattere temporaneo: si tratta dei contratti per il settore Turismo, per il Terziario della Distribuzione e dei Servizi e per gli operai agricoli e florovivaisti. Un dato significativo riguarda la qualità della rappresentanza sindacale: nel 93% dei casi, i contratti collettivi applicati sono firmati da sindacati confederali, confermando la solidità del sistema contrattuale in Veneto. La ricerca evidenzia quindi un mercato del lavoro nel quale la contrattazione collettiva gioca un ruolo centrale, ma che non è privo di criticità: forme contrattuali deboli o strategie aziendali borderline possono ridurre tutele e diritti, pur operando formalmente all’interno dei CCNL. Le prossime analisi dell’Osservatorio cercheranno di approfondire quanto contino i contenuti del contratto collettivo e quanto invece le prassi aziendali nell’assicurare – o nel negare – condizioni di lavoro dignitose. Una sfida cruciale per garantire qualità e giustizia nel lavoro veneto.