DI RENATO BONA
Qualcosa come centodue anni fa, il 23 gennaio del 1921, a ricordo dell’inaugurazione solenne, veniva fra l’altro realizzato il libretto (trenta pagine in tutto) intitolato “Le nuove campane del Duomo di Belluno”. Edito coi tipi delle Industrie grafiche italiane per cura del parroco don Emilio Palatini, e “posto in vendita al prezzo di L. 3 per le spese incontrate dal Comitato Pro Campane”. Anche questa, come altre preziose pubblicazioni di storia locale, era in vendita nel mercatino dell’usato allestito nella bellunese Piazza delle Erbe dalla dinamica Elisa Dalla Rossa, da tempo impegnata, onore al merito, nella raccolta di fondi da devolvere alla associazione Yolandre della quale fa parte e che opera a favore dei bambini bisognosi del Madagascar. In apertura, il Comitato “pro campane” ricorda che: “Il giorno 17 gennaio dell’anno 1920 la Fabbriceria della Cattedrale stipulava colla Ditta Fratelli De Poli di Vittorio Veneto il contratto per la fusione delle campane asportate dall’invasore. L’impossibilità in cui venne a trovarsi la ditta, sovraccarica di lavoro, di consegnare le campane entro un periodo di tempo non troppo lungo, costrinse la Fabbriceria a rivolgersi alla Ditta Daciano Colbacchini di Padova, colla quale venne firmato il nuovo contratto in data 15 settembre 1920. Le campane, messe subito in lavoro, erano fuse il giorno 30 ottobre successivo”. Ancora: “Si sperava di poterle inaugurare nella Vigilia del Natale o nell’ultimo giorno dell’anno 1920, ma circostanze di forza maggiore costrinsero a ritardare la tanto attesa cerimonia”. Poiché un avvenimento così fausto meritava di essere degnamente festeggiato, la Fabbriceria promosse la costituzione di un Comitato cittadino per assumere l’iniziativa cui risposero “quasi unanimi le autorità e le rappresentanze delle associazioni e degli istituti cittadini”. Della commissione esecutiva – si legge – facevano parte: De Col Tana cav. Bortolo, Palatini sac. Emilio, Piperno cav. Maurizio, Montecchi Enzo, Bassani Giuseppe, i maestri Favaro Giovanni, Secci Giovanni, Tomaselli Riccardo, Da Pra Luigi, Barcelloni nob sig.na Tina, Mori signorina Maria, Nardi sig.na Giannina, De Col Tana Antonio, scrittore Gino, Tessari Nino, Dalla Bernardina Gino; così la presidenza d’onore: Sua Ecc. Mons. Giosuè Cattarossi, Vescovo e Conte, Caveri comm. dott. Renato, Prefetto-Conte Avogadro di Colloviano, Comandante del Presidio, Bonuzzi Avv. Cav. Pietro, presidente del Tribunale, Dardanella Cav. Carlo Amedeo Provveditore agli Studi. Il Comitato d’onore era composto da una settantina di nomi. Segue il saluto-invocazione “Suonate, campane!” del parroco Palatini e quindi una pagina ospita l’inno “Il ritorno delle campane” di A. De Luca. Largo spazio a pagine di vita vissuta relativamente a “Il sacrilegio” con la rapina delle campane per farne cannoni da parte dell’invasore austriaco. Ed eccoci a “Le nuove campane”, servizio corredato da tre foto d’epoca per ricordare la Campana maggiore, la Campana di mezzogiorno, la Campana dell’Agonia, la Quarta campana e concludere con la Campana della messa. Spazio quindi a “L’Angelo del campanil del Domo” a cura di Plinia Friggeri De Poloni, e alla “Poesia di campane” firmata dal sacerdote Emilio Palatini prima del contributo del sacerdote dott. Mario Zannin docente del Seminario Gregoriano “L’anima religiosa delle campane”, a “Campane d’Italia” di Giosuè Fagherazzi, studente di seconda liceo dello stesso Seminario bellunese, alla lirica “Nadal de Profughi 1917” di I. Scrittore, poi alle note storiche e liturgiche a corredo del servizio “La benedizione delle campane”, a “L’inno”, “Le illustrazioni”, alla novella “Campane d’Esiglio” scritta da D. Giuseppe Chiot Verona. Non poteva certo mancare la serie di note storiche su “Il campanile” a cura dell’avv, Alessandro Da Borso; spazio pure per l’ing. Adriano Barcelloni Corte, autore del servizio intitolato “L’architetto”. Prima de “La pergamena commemorativa”, “Lapide” e “Cantico della pace” un richiamo a “Il panorama di Belluo” e a “Il regalo delle Madrine”.
NELLE FOTO (riproduzione dal libretto “Le nuove campane del Duomo di Belluno”): la copertina della pubblicazione; una panoramica di Belluno in cui svetta il Campanile del Duomo; invasori austriaci con le campane trafugate; la Campana maggiore; la Campana del Mezzogiorno e della Messa; la Campana dell’Agonia e la Quarta; il Campanile di Juvara da via San Lucano: è visibile l’impalcatura che “servì ai nuovi vandali per spogliare la cupola del rivestimento di rame”; altro panorama di Belluno.