DUE GIOVANI VENETE MORTE IN INCIDENTE IN A-28. ZAIA, “RISPETTO AUTONOMIA GIP MA DOMICILIARI AL RESPONSABILE PONGONO QUESITI”
VENEZIA “Pur nel rispetto dell’autonomia della magistratura, mi sento di commentare la decisione del Gip di Pordenone di non accogliere la richiesta di custodia in carcere da parte della Procura per la persona che, in un gravissimo incidente, ha investito e ucciso due giovani cugine Venete. Gli arresti domiciliari concessi pongono non pochi quesiti”. Così il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, interviene sugli sviluppi dell’incidente nel quale hanno perso la vita Sara Rizzotto e Jessica Fragasso, le due cugine di Conegliano e Mareno di Piave morte tra i rottami della loro Fiat Panda, centrata da un Suv sull’autostrada A-28. Nell’incidente sono rimaste gravemente ferite anche le giovanissime figlie di una delle due. “Quesiti – prosegue Zaia – che si pongono anche dal punto di vista umano sia tra i famigliari che nella cittadinanza, e che ho percepito con forza anche in un mio colloquio con il papà di Jessica. Questa tragedia, già così immane, viene vissuta ancora peggio per il fatto che non sia stato preso un provvedimento di custodia cautelare in carcere. La mia – conclude Zaia – è una semplice considerazione, che però possa essere accolta da chi di dovere, anche perché il sentimento comune e la comunità delle due famiglie si aspettavano un provvedimento di maggior rigore”.
BOND “ARRESTI DOMICILIARI INSPIEGABILI
ROMA “Provvedimenti di questo genere possono far perdere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella giustizia”. Così il deputato Dario Bond. “Serve un chiarimento. È vero che una tragedia così grande non ha modo di trovare soluzione e non c’è nessuna possibilità di alleggerimento del dramma che stanno provando i familiari delle vittime. Ma lo shock di fronte alla decisione assunta dal Gip, che non ha accolto la richiesta della Procura della custodia in carcere, rischia di acuire il dolore. E peggio, di instillare nei cittadini il dubbio che la magistratura mostri segni di debolezza o addirittura venga percepita come ingiusta. Un rischio che non possiamo permetterci”.