SANTO STEFANO DI CADORE Incidente mortale nei boschi della Val Visdende, un boscaiolo di 32 anni, Mustapha Manneh di nazionalità africana, ieri mattina ha perso la vita travolto da una pianta. Attorno alle 9.40 il Soccorso alpino della Val Comelico è stato allertato per un uomo rimasto sotto un albero durante lavori boschivi. Sul posto è volato l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, una squadra del Soccorso alpino e del Sagf, Vigili del fuoco, Carabinieri. La pianta è stata spostata anche con l’aiuto dei colleghi del boscaiolo, ma purtroppo per lui non c’è stato niente da fare. La salma imbarellata è stata recuperata con il verricello dall’eliambulanza e trasportata in un punto accessibile al carro funebre.
Il 32enne gambiano Mustapha Manneh aveva lavorato per la cooperativa fino a poche settimane fa
La notizia dell’infortunio mortale sul lavoro di ieri mattina in Val Visdende travolge anche la Cadore società cooperativa sociale – s.c.s.: la vittima, Mustapha Manneh un 32enne del Gambia, nel 2016 era entrato come richiedente asilo in cooperativa, dove è poi rimasto come lavoratore fino a fine settembre.
“Siamo rimasti tutti scioccati dalla notizia. – commenta la presidente Alessandra Buzzo – Il ragazzo aveva lavorato per diverso tempo con noi nel servizio Global Service, e tutti quelli che lo hanno conosciuto lo ricordano come un giovane sveglio e volenteroso. Solamente una quindicina di giorni fa aveva lasciato la Cadore per affrontare questo nuovo lavoro, ed eravamo orgogliosi di questo suo percorso fatto assieme a noi”.
“Non era solo un collega, ma un amico con il quale ho condiviso tanto, e questa tragedia lascia un grande vuoto”: a ricordarlo così è Luca Valmassoi, che nel suo ruolo di responsabile dell’attività di assistenza ai richiedenti asilo (attività svolta dalla Cadore dal 2011 al 2018) aveva avuto modo di conoscere il giovane fin dal suo arrivo in Italia. “Era un ragazzo molto curioso e che aveva grandi prospettive per il futuro: si distingueva per l’intraprendenza e la propositività, al suo arrivo era stato avviato agli studi e aveva velocemente conseguito la licenza media. Di lui non dimenticherò mai il carattere solare e aperto: aveva scelto di vivere da solo a Tai di Cadore e si era impegnato per integrarsi nella comunità cadorina, tanto che ormai parlava anche un po’ di dialetto. Era un animo gentile: lo ricordo quando andava al mercato a comprare i fiori da mettere sul balcone di casa, o quando lavorava nel piccolo orto che si era fatto in giardino. Era una persona speciale e quanto successo oggi mi lascia un grande vuoto dentro”.
“Il dramma di oggi ci lascia addolorati e senza parole. – aggiunge Buzzo – Pensare a questo giovane che ha attraversato un intero continente e un viaggio in mare per venire a cercare speranza qui, dove invece ha trovato la morte, è sconvolgente: come cooperativa ci rendiamo fin da ora disponibili ad aiutare la famiglia in questo difficilissimo momento”.