Calligaro: «Lavoro sinergico con Prefettura e forze di polizia per la gestione degli incidenti con fauna selvatica, grazie alla collaborazione di riserve e mondo venatorio»
Super esperti per cervi e caprioli feriti: partiranno nelle prossime settimane i corsi di formazione per gli operatori qualificati, chiamati ad attuare interventi sulla fauna selvatica in difficoltà. Sono già quasi un centinaio le pre-iscrizioni. La formazione specifica di queste figure rientra nelle azioni previste dal “Protocollo operativo per gli interventi su fauna selvatica in difficoltà”, approvato dalla Provincia nell’ottobre 2021. Il documento delinea una check list approvata da Ispra che dispone due tipologie di intervento di fronte a un ungulato ferito o in difficoltà: se l’animale è in grado di riprendersi, viene rilasciato in luogo idoneo; se invece presenta ferite e difficoltà tali da rendere impossibile il ritorno in natura, scattano le misure di eutanasia, in base all’obbligo di legge del benessere animale, e l’animale viene depennato dai piani di abbattimento (questo genere di check list riguarda solo le specie cacciabili, quindi sostanzialmente gli ungulati, e non il resto della fauna selvatica).«Il protocollo operativo dice la consigliera provinciale Silvia Calligaro (foto) – ha il compito di migliorare la gestione degli incidenti con fauna selvatica e sgravare il sistema del soccorso pubblico da compiti che non rientrano tra quelli di emergenza che sono istituzionalmente demandati a Polizia, Carabinieri e Vigili del Fuoco»
GLI INCIDENTI
Un problema, quello degli incidenti con fauna selvatica, che è particolarmente sentito nel Bellunese. Infatti si registrano diverse centinaia di casi all’anno, mediamente quasi un episodio al giorno. La maggior parte degli animali muore immediatamente o subito dopo l’incidente, mentre alcuni restano feriti sul sedime stradale e richiedono l’intervento di personale qualificato.
«Qui scatta la check-list» sottolinea la consigliera delegata Calligaro. «Se l’animale presenta ferite tali da non poter tornare in natura, c’è bisogno di operare l’abbattimento. E servono operatori qualificati e appositamente formati».