BELLUNO_UDINE Un infortunio nella notte nella gola di un torrente, l’urgenza dell’intervento unita al numero elevato di soccorritori richiesti, che sappiano operare fianco a fianco con identiche tecniche e manovre. È questo lo scenario ipotizzato per l’esercitazione congiunta tra i gruppi forra del Soccorso alpino e speleologico Veneto e il Soccorso alpino e speleologico Friuli Venezia Giulia, che si è svolta nella notte tra sabato 17 luglio e domenica 18 luglio e che ha visto i due servizi regionali unire le proprie competenze nella forra del Rio Cuestis, nelle Alpi Carniche Orientali. Capita infatti che in interventi di particolare complessità le sole forze regionali non siano sufficienti a far fronte all’operatività necessaria alla risoluzione di un intervento in forra. Il ritrovo, che si svolge in questa forma congiunta con una periodicità annuale, è di grandissima importanza in caso di soccorsi impegnativi ed è finalizzato a testare le reciproche capacità operative, la simbiosi e l’affiatamento in situazioni difficili che aggravano il contesto ambientale già di per sé estremo. Anche per questo motivo i venticinque partecipanti hanno inserito nell’esercitazione ulteriori elementi di difficoltà, ovvero la decisione di svolgere la simulazione durante la notte, tra le 20.30 di sabato e le 4 del mattino di domenica e l’ipotesi che non fossero possibili le comunicazioni con i due torrentisti non rientrati, con conseguente ricerca, ritrovamento, imbarellamento e trasporto della barella stagna a valle. La forra del Rio Cuestis è un percorso di mille metri di dislivello, che si affronta con diciotto calate delle quali una di circa ottanta metri. L’intervento è consistito nel creare un allarme di mancato rientro per due forristi. L’intervento ha visto poi organizzare un soccorso nel quale entrambe le persone erano ferite, una ad una gamba e una ad un braccio con la necessità dell’ausilio di due tecnici sanitari specializzati in questo ambiente. I tecnici sono stati portati in quota, assieme all’attrezzatura necessaria alle operazioni, con l’elicottero della Protezione Civile e poi si sono calati nella gola fino al tratto verticale dove era avvenuto l’incidente simulato. Le squadre hanno messo in atto le procedure di stabilizzazione dei due feriti, provvedendo a steccare l’arto dell’infortunato che aveva un minimo di margine per collaborare alle operazioni e imbarellando il ferito infortunatosi alla gamba per calarlo nel tratto più verticale.