BELLUNO Italiano, unico componente del nucleo familiare, e con un’età compresa tra i 30 e i 50 anni: ecco l’identikit del cittadino bellunese che ha ricevuto i buoni spesa erogati dal Comune di Belluno. L’analisi condotta dai Servizi Sociali di Palazzo Rosso ha permesso di fare un quadro preciso delle criticità sociali ed economiche causate dall’epidemia di Covid-19.
Le richieste Le richieste giunte in municipio sono state 999; di queste, 565 sono state accolte, 419 quelle respinte, mentre 15 sono arrivate oltre i termini previsti. Il totale delle persone dichiarate è stato di 2685; quelle che hanno beneficiato dei buoni spesa sono state 1541. Delle domande respinte, ben 115 erano doppie o presentate da componenti dello stesso nucleo familiare; 66 sono risultati non residenti o irreperibili, 59 hanno fatto rilevare un’adeguata situazione economica (ed esempio, le entrate certe di un altro membro della famiglia); in 54 casi non sono stati rilevati motivi di insufficiente sostentamento differenti rispetto al pre-epidemia (come pensioni troppo basse, situazioni quindi che rientrano nel canale sociale ordinario e non sono contemplate dal fondo governativo finalizzato alla perdita di sostentamento per l’emergenza Covid-19), mentre in 21 casi si è riscontrata la presenza di altri sostegni pubblici, come cassa integrazione o reddito di cittadinanza, che hanno ridotto la priorità d’intervento. Queste domande non sono però cadute nel vuoto e si stanno trasformando in domanda di aiuto ai Servizi Sociali comunali: una quarantina le richieste giunte solo nelle ultime due settimane a Palazzo Rosso. In totale, il Comune di Belluno ha erogato buoni spesa per 184.800 euro sui circa 190mila trasferiti dal Governo; i restanti 4950 euro sono stati impegnati per il servizio della mensa dei frati della Parrocchia di Mussoi.
Età, provenienza e composizione delle famiglie Il 54% delle domande accolte (310) è stato presentato da persone tra i 30 e i 50 anni, il 32% (179) da over 50, mentre il 14% (76) da ragazzi fino ai 29 anni. Il 68% delle domande è stato presentato da cittadini italiani; tra le restanti richieste, si evidenziano soprattutto quelle presentate da cittadini della Moldavia, Ucraina, Romania e Albania: dato probabilmente legato alla sospensione dei contratti delle badanti. Come anticipato, quelle più in difficoltà sono risultate le famiglie monopersonali (169 richieste accolte), seguite dai nuclei composti da tre e due persone (rispettivamente 114 e 113 domande accolte). Incrociando i dati di età e membri del nucleo familiare, emergono le problematiche delle famiglie monopersonali soprattutto nella fascia degli under 29, in difficoltà nel reperire un’occupazione stabile, e degli over 50, con situazioni precarie di lavoro o con problemi nel reinserimento nel mondo occupazionale.
L’ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI DEL COMUNE DI BELLUNO LUCIA PELLEGRINI