LIVINALLONGO “La bandiera ladina sulla piazza di Agordo? Una provocazione che non aiuta al dialogo e la collaborazione.” Questo il duro commento della presidente dell’Union dei Ladins da Fodom Manuela Ladurner alla quale, come c’era da aspettarsi, non è andata giù l’iniziativa del Musla di esporre lo storico vessillo a strisce orizzontali verde bianco e blu, poi misteriosamente tolto dopo alcune settimane, sul poggiolo del palazzo della ex Pretura, nel pieno centro di Agordo. Non è la prima volta che l’uso, o abuso a seconda dei punti di vista, di questo simbolo, oltre alle ben note disquisizioni storico – culturali, è motivo di frizione tra ladini storici e neo ladini. Ma questa evidentemente è stata la classica goccia di troppo. “Come mai tanto interesse per la bandiera ladina? – si chiede la Ladurner. “Sarà forse che il vessillo dei Ladini del Tirolo Storico ha più credibilità e valore storico ? Una bandiera che con i suoi colori porta con se la storia e le battaglie di questo popolo.” È partendo da queste considerazioni che la presidente coglie come pura provocazione l’iniziativa del Musla. “La storia di un popolo non può essere spostata a piacimento e convenienza da un posto all’altro. Dopo il Broi dove verrà ancora portata senza motivo o con qualche scusa, visto che niente ha a che fare con la storia del Veneto? In Piazza dei Martiri? In Piazza S.Marco?” Come è andato di traverso ai ladini dei tre comuni che anche in occasione della recente riunione in Provincia, quando l’ente ha comunicato di aver preso in carico le funzioni del Istituto Ladino di Borca dopo la sua chiusura, sia stata usata la bandiera ladina “tra l’altro – fa notare ironicamente la Ladurner – esposta rovescia. L’anno scorso tra i Ladini a Bonora circolava la bozza di un simbolo che li rappresenti. Un logo che non si rifaceva esplicitamente alla bandiera storica e che noi avremmo accettato. Perché non si è usato quello? Le bandiere – dice – non sono mai nate per caso. Alla base ci sono sempre rivendicazioni, storia ed idealismo. Se i Ladini bellunesi vogliono promuovere la loro storia si scelgano anche un loro simbolo che la rappresenti e non sempre usarne uno con il quale non hanno niente a che fare. Agli autori direi che se vogliono guadagnarsi il rispetto, prima lo dimostrino nei confronti di una popolazione ed una comunità che ha una sua storia. Azioni come queste portano solo malcontento e di sicuro non aiutano ad una auspicata e necessaria collaborazione per sostenere la causa ladina, già così poco o per niente considerata dalla Regione del Veneto.”
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