RIVAMONTE Il Sindaco Giovanni Nino Deon e il parrocco del Poi, Don Fabiano, hanno celebrato la festa della liberazione a Rivamonte deponendo una corona d’alloro al monumento ai caduti
L’INTERVENTO DEL SINDACO DI RIVAMONTE GIOVANNI “NINO” DEON
Carissimi Cittadini,
Il 25 aprile è la festa di tutti coloro che amano la democrazia e la libertà. È il giorno in cui gli Italiani festeggiano la Liberazione da tre orrori che li avevano messi in ginocchio: dalla dittatura fascista, dall’occupazione nazista e dalla guerra. La Resistenza sfociò in un miracolo: forze politiche fino a quel momento divise si unirono, ceti sociali molto distanti tra loro si incontrarono, dalla profonda crisi morale seguita al fallimento del fascismo e all’occupazione tedesca uscì una nuova idea di Italia che troverà la sua sintesi nella Repubblica e nella scrittura condivisa della Costituzione. L’acquisizione della democrazia non è qualche cosa di fermo e di stabile che si possa considerare raggiunta una volta per tutte. Bisogna garantirla e difenderla, approfondendo quei valori di libertà e di giustizia che sono la grande aspirazione popolare consacrata dalla Resistenza. Il nostro antifascismo non è dunque solo una nobilissima affermazione ideale, ma un indirizzo di vita, un principio di comportamenti coerenti. La festa di oggi, il 25 Aprile, è innanzitutto la festa della libertà ritrovata, la festa che ricorda la fine della guerra, la festa di un nuovo inizio per l’Italia e per l’Europa. A quella stagione – ed è questo, credo, il senso più importante della celebrazione di oggi – parteciparono donne e uomini di grande tempra; donne e uomini che hanno dato moltissimo alla nostra comunità, cittadina e nazionale, in termini di impegno e di esempio, spendendosi prima per la libertà e poi per la ricostruzione, mettendo in pericolo la loro stessa vita. Per comprendere al meglio il senso del 25 Aprile, credo sia necessario rivolgere il nostro pensiero, il nostro sguardo, ai protagonisti di quella stagione, ai protagonisti di gesta eroiche in favore della vita, dell’uomo e della libertà. A loro, che ancora oggi ci sollecitano al valore e alla speranza, la nostra gratitudine e il nostro impegno a tenere vivo il loro esempio di coraggio e umanità! Siamo qui oggi nella memoria di tutti coloro che in quegli anni si sono spesi per difendere i valori della libertà e della democrazia, anche con il sacrificio estremo – di vite spesso molto giovani -, e che oggi non sono più con noi. Faccia conoscere il Governo ai giovani in che cosa consistevano le spedizioni fasciste, la loro barbara opera di distruzione, i loro crimini. Fate conoscere ai giovani che il fascismo era l’antidemocrazia che ha portato alla rovina la patria. Fate conoscere la lotta sostenuta con tanta fermezza dall’antifascismo e l’eroismo della Resistenza. Si facciano conoscere nelle scuole Lettere dei condannati a morte della Resistenza. Un ricordo particolare va rivolto a Sandro Pertini che profuse tutta la sua vita per difendere gli ideali di libertà, di pace e di giustizia sociale. Un uomo che con la sua semplicità trascinava gli animi, Lui che dalle carceri fasciste con tenacia e coerenza di ideali riuscì a raggiungere il massimo vertice dello Stato. Questa, cari Cittadini, è la Resistenza, e noi uomini maturi dobbiamo guardare fiduciosi ai giovani e quindi al domani del popolo italiano. Ad essi vogliamo consegnare intatto il patrimonio politico e morale della Resistenza, perché lo custodiscano e non vada disperso, alle loro valide mani affidiamo la bandiera della libertà e della giustizia, perché la portino sempre più avanti e sempre più in alto. Viva la Resistenza! Viva l’ Italia.
25 aprile 2020
Giovanni Deon
Sindaco di Rivamonte Agordino