FELTRE Storia e mistero, esoterismo e ricerca eugenetica, forze occulte e grandi passioni. Sono solo alcuni degli elementi che si intrecciano ne “La Chiave di Auberon”, l’ultimo libro della scrittrice di origini napoletane, ma feltrina d’adozione, Vania Russo. Il volume conclude “La trilogia dell’Inquisitore”, il possente progetto editoriale che ha visto l’autrice impegnata in una ricerca storica ed antropologia durata circa un decennio e che ha spaziato in numerosi ambiti, anche geografici, non solo nel nostro Paese. Ne è scaturito un romanzo appassionante e ricco di sfumature, giocato su un serie di parallelismi di trame e personaggi che tengono il lettore incollato alla narrazione sino al movimentato epilogo. La presentazione al pubblico è avvenuta nelle suggestive sale del Centro Unisono, a Palazzo Guarnieri, nel cuore della cittadella storica di Feltre. Ad accompagnare il dialogo di Vania Russo con il giornalista Nicola Maccagnan, l’esecuzione di alcuni brani al pianoforte da parte della giovane musicista Eleonora Centa e le letture di Paolo Bottega, del Centro Internazionale del Libro Parlato di Feltre. L’incontro è stato l’occasione per toccare alcuni temi affrontati dalla scrittrice in questo suo ultimo libro, che si presenta anche nella veste di una denuncia delle pericolose derive a cui è esposta, oggi come e più che in passato, la nostra società.
L’AUTRICE VANIA RUSSO
Alla serata di presentazione de “La Chiave di Auberon” è intervenuto anche l’editore Andrea Tralli, titolare di Panda Edizioni, la società di Castelfranco Veneto che ha sposato il progetto editoriale della trilogia di Vania Russo. “La chiave di Auberon”, uscito da poche settimane, ha già riscosso un ottimo successo di critica; è disponibile in tutte le librerie e negli store on line.