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precipita, sfarina. E tuttavia…
“Che vuol dire sempre?” chiede Alice,
la sorprendente Alice,
ingenua Alice e inconsapevole.
“Che vuol dire sempre?”
se sia l’eterno o il deserto o un sogno
o interminato spazio.
Fuga o coraggio, un fantasma,
illusione, forse, che il guerriero
reca in battaglia.
Non può guardare la morte
senza pensare eterna l’anima.
Teso tempo, esile e duro,
geometria tersa di ragno
e però groviglio, per ogni piccolo istante.
Sabbia di giorni e ore e anni
scivola al margine di eventi,
storia di noi,
bussola e orizzonte.
“Che vuol dire sempre?”
“A volte solo un secondo”.
Ha parola assorta, pallido Rabbit, e triste,
grande orologio incatenato al panciotto.
Chi ho amato,
coloro che mi amano
del tempo mi hanno fatto dono,
vita intera o un’ora, senza misura.
Calcolare, valutare non so
ma è inesausta ricchezza,
io più ricco di ogni altro.
È un fiore, il tempo, e io respiro sui petali,
veliero indomabile.