VENEZIA In diretta con la sala stampa della Protezione Civile a Marghera per il consueto punto stampa del presidente del Veneto Luca Zaia. Ospiti la dottoressa Francesca Russo sulla campagna vaccinale e il professor Giorgio Palù grande esperto di virus e vaccini. Presente il dottor Flor nuovo direttore sanità del Veneto
I NUMERI 3.165.214 tamponi molecolari (oltre 20mila nelle ultime 24 ore) 1.634.321 tamponi rapidi (circa 30 mila tamponi in più) ieri 3357 positivi con un’incidente sui tamponi del 6,74% 225.945 positivi da inizio epidemia 103.326 positivi attuali in Veneto RICOVERATI 3269 in terapia intensiva 381 (+2) in area critica 2888 (-19) DECESSI 5747 (+116) DIMESSI 9863 (+182)
LEGGI LA CONFERENZA STAMPA DI LUCA ZAIA
Grazie al dottor Mantoan per il gran lavoro fatto e buon lavoro al dottor Flor, scelto di comune accordo con l’assessore Manuela Lanzarin. Ancora un medico alla direzione della sanità del Veneto, oggi anche la prima riunione con il gruppo dei direttori.
IL DOTTOR LUCIANO FLOR
Il nostro obiettivo non è cambiare, ma migliorare con attenzione particolare alle fasce di debolezza. Oggi abbiamo 620 posti in terapia intensiva e 600 malati, dei quali 350 malati Covid
Grazie per la stima e la fiducia alla Regione Veneto, sono consapevole della delicatezza dell’incarico, per l’attuale gestione dell’epidemia e per il futuro. Dobbiamo essere sempre non pronti, ma preparati il giorno prima per affrontare qualunque emeregenza. Si dice e si racconta tanta ma in questa Regione disservizi legati al covid non ci sono stati, non abbiamo problemi nei pronto soccorso, terapia intensiva, reparti. Ma non è un alibi perché non siamo attenti ad altre esigenze, anzi dobbiamo garantire le prestazioni che il cittadino possa avere il più vicino possibile all’abitazione. Lo sforzo è importante e il momento delicato. Molti dei nuovi malati non sanno dove si sono infettati, il virus è diffuso e tante sono le occasioni di contagio. Grazie al servizio sanitario regionale per il suo impegno, io ci sono dentro fin da studente, fin dai tirocini e la grande soddisfazione per aver raggiunto questo incarico la condivido con le persone con cui ho lavorato.PROVVEDIMENTO DELLA GIUNTA, APPLICAZIONE DELLA FASE 5 DEL PIANO DI SANITA’ PUBBLICA CON ACCELERAZIONE DELLA CONVERSIONE DELLE DEGENZE, NUMERO GALOPPANTE DI MALATI? In maniera prudenziale – risponde Zaia – abbiamo un piano che arriva a 6000 letti covid, in questo momento a titolo di esercitazione. Non navighiamo a vista. Oggi non abbiamo 1000 posti di terapia intensiva – dice Flor – ma nemmeno 1000 malati, abbiamo 600 posti di terapia intensiva oggi attivi (covid e no covid) il piano prevede di arrivare a 1000 posti interapia intensiva con 5-6mila ricoveri. Quando sento parlare di personale o altre cose vi rendete conto che con 600 pazienti in rianimazione i ragionamenti come oggi non ci sono più. Nel piano c’e’ scritto dove ricavare i nuovi posti di terapia intensiva. Il Servizio sanitario regionale ha 60mila dipendenti, decidiamo dove utilizzarli in base alle priorità. PERSONALE IN CONSIDERAZIONE DELLO SFORZO IMMANE, MA IL GRIDO DI ALLARME SI SENTE, IL MESSAGGIO AGLI OPERATORI Stiamo facendo il massimo sforzo per garantire cure a tutti i malati, sforzo di flessibilità che sta dimostrando il personale spostato da un reparto all’altro, la previsione è di garantire la copertura dei posti e continuiamo a fare bandi. Lo sforzo è anche di salvaguardare le attività in corso senza ridurle. In presenza di un continuo afflusso di malati gravi al pronto soccorso se spostiamo o ritardiamo le prestazioni programmate è ovvil che il servizio sanitario è chiamato ad una grande dimostrazione di capacità e flessibilità e lo stiamo dando, rispondiamo ad una cosa che nessuno aveva nè provato nè tantomeno immaginato. In percentuale il personale si è ammalato molto meno della popolazione avendo saputo difendersi bene. Un esempio per tutti OBIETTIVI – DEBOLEZZE E L’IMPORTANZA DELL’UNIVERSITA‘. L’università è parte integrante del servizio sanitario regionale garantito anche da una convenzione. Un contributo diretto ma anche nella formazione di tutte le professioni sanitarie. Lo sviluppo: abbiamo richieste chiare e il servizio sanitario deve adattarsi alle richieste del cittadino che ci guida, una popolazione che invecchia con molte malattie croniche per questo l’unica soluzione non può essere l’ospedale. Sarà importante lo sviluppo della telemedicina.
LA DOTTORESSA FRANCESCA RUSSO
il 27 dicembre l’election day, via ai vaccini Pfizer
IERI VENETO CHE VOGLIAMO (CENTRO SINISTRA) HA FATTO UNA NOTA DOVE AFFERMA CHE LA SANITA’ DEL VENETO HA ALTERATO I DATI DELLE TERAPIE INTENSIVE E ASINTOMATICI TRASMESSI AL MINISTERO DELLA SALUTE PER RIMANERE IN ZONA GIALLA Ho spiegato più volte il sistema dei 21 indicatori e il fatto che dal 30 aprile noi come Regione siamo obbligati a mandare sia tutti i dati non solo le notifiche ma anche gli esiti dei positivi e negativi. E’ stato messo a sistema. Noi Regione dobbiamo monitorare i 21 indicatori. E’ successo che siamo stati indicati come non valutabili avendo traslocato i nostri dati su un unico sistema e ci ha portato ad avere un ritardo nella trasmissione dei dati poi puntualmente comunicati. Quando gli scenari sono entrati all’interno del DPCM e quindi all’interno della definizione di quali regioni si trovavano in un determinato scenario con conseguenti restrizioni (giallo, arancione e rosso) non avevamo tutti i dati e abbiamo dichiarato che non eravamo valutabili. Una volta caricati, identificati quelli senza definizione di stato clinico (sintomatico-asintomatico). Abbiamo suddiviso per Ulss le persone e mandati alle Ulss. I colleghi facendo un lavoro enorme hanno identificato lo stato clinico dei soggetti (10-15 mila) poi l’abbiamo mandato all’Istituto Superiore di Sanità. Negli indicatori noi siamo all’85.6% su una soglia di 60%. Tutti i dati vengono caricati automaticamente e l’istituto ha i nostri dati tutti tra loro collegati. Le Regioni sono andate in rosso perché non avevano diversamente da noi uno degli elementi su cui abbiamo puntato: creare una banca dati per tenere presente le situazioni in ogni settore. Ogni settimana il martedi dopo una video conferenza mandiamo i dati per la valutazione in cabina di regia e Cts. Il piano si chiama regionale perché ipotizzato per tutti i pazienti della Regione con visione unica anche dei posti di terapia intensiva. Siamo pronti per metterlo in atto in qualunque momento. “Il piano delle terapie intensive è stato fatto in aprile e completato in giugno – aggiunge Zaia – abbiamo costruito un piano in funzione delle aree che sono arrivate 4 mesi dopo”.
PIANO VACCINALE Stiamo lavorando sul piano da più di un mese, sono coinvolti oltre alla prevenzione anche tutti gli altri attori coinvolti. Approvate le linee organizzative, prima di illustrarlo è importante condividere gli obiettivi alla base del piano: definire il modello organizzativo per tutte le categorie, somministrare il vaccino prima possibile perché malattia da controllare; assicurare la distribuzione sicura; registrazione di tutti i dati; monitorare la sicurezza ed efficacia; formazione degli operatori; organizzazione di una campagna, i tempi sono stretti. I tempi sono stati anticipati, noi abbiamo la certezza dalla Protezione Civile Nazionale di avere una fornitura entro le 7 di domenica mattina, 875 dosi e abbiamo individuato le persone da vaccinare cioè gli operatori sanitari con un ordine di priorità in base al rischio (emergenze, terapia intensiva, infettive, pneumologia, chi va a domicilio) a seguire ospiti e personale delle case di riposo e disabili. Nel piano c’è un modello della seduta in ospedale o strutture residenziali. C’è una squadra pronta a vaccinare nelle strutture, sia operatori che ospiti. Poi procederemo con la vaccinazione alla popolazione partendo dai piu’ anziani 359mila soggetti ultra ottantenni, ci sarà una chiamata attiva, sono i soggetti più fragili da tutelare. 1.100.000 altro gruppo dai 70 agli 80 anni e quindi tutti gli altri. Non ci siamo dimenticati delle categorie dei servizi essenziali. La nostra organizzazione prevede sedute modulari con un medico che puo’ sovraintendere fino a 5 unità vaccinali. Sono previsti centri di vaccinazione, abbiamo fatto una stima, un centro con 10 unità vaccinali con due turni da 7 ore può vaccinare quasi 3000 persone. Oggi abbiamo mandato una nota alle Ulss perché individuino tutte le sedi che potranno essere attivate, nei prossimi giorni avremo la mappatura. La popolazione sarà chiamata per settori indicando tutti i particolari. Mi auguro che tra marzo e aprile possa essere vaccinata la maggior parte della popolazione quanto meno i soggetti a rischio. ZAIA MENO OTTIMISTA Secondo il piano Arcuri l’ultima delle seconde dosi dovrà essere fatta a fine settembre, ma i tempi cambiano in continuazione e c’è un’accelerazione, ci hanno anche garantito che non c’è il problema delle dosi».
Il vaccino resta volontario. DOPO LE PRIME 875 DOSI QUANTE NE ARRIVERANNO? Migliaia ma non conosco il numero preciso. Spero che dal 27 ci venga comunicato un quantitativo in più giorni per organizzarci con il vaccino Pfizer.
IL PIANO DI VACCINZIONE
Presentazione per conferenza Piano Vaccinale anti-COVID19 23.12IL DOTTOR GIORGIO PALU’
In questo periodo si dice di tutto con informazione nevrotica che non da certezza ma crea allarme e panico. Per questo vi racconto brevemente gli effetti. Primo aspetto dal 1797 abbiamo i vaccini ma fino al ‘900 nelle famiglie venete si moriva di morbillo, tetano, difterite dal 900 dal 3% la mortalità è scesa sotto l’1% ed è aumentata la possibilità di vita oltre i 55 anni. Siamo negli anni 2000 abbiamo addomesticato i virus e li sappiamo usare. E’ stata un’operazione veloce in dieci mesi, non è stato saltato nessun passaggio come dice qualche ignorante. Il primo vaccino che arriva in Italia è il Pzifer e poi il Moderna con efficace al 95%, per quanto riguarda la capacità di bloccare il Covid. Questi due vaccini hanno una reazione all’Rna nel 50-60% dei casi, ci sono quindi conseguenze come febbre, astenia, cefalea con una percentuale un po’ più alta rispetto ad altri vaccini. Nessun evento letale c’è finora stata e uno su 10mila ha avuto conseguenze più serie.LA VARIANTE INGLESE è in Italia anche su chi non è mai andato in Inghilterra. Da quello che sappiamo non è più grave del virus originario c’è stato un allarme eccessivo. Ci sono dati che danno indicazione che il vaccino vale anche per la variante inglese presente fin dallo scorso settembre.
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