VENEZIA L’appuntamento giornaliero con Luca Zaia, Presidente del Veneto, che fa il punto sull’emergenza COVID-19.
DATI I dati di oggi ci dicono che non siamo davanti a un’influenza, sono infatti 1487 i letti occupati dai pazienti Covid cioè due grandi ospedali di provincia. 5500 i positivi, 192 decessi, 329 dimessi, 281 in terapia intensiva. “Non ne siamo usciti, abbiamo fatto 64mila tamponi in Veneto nel corso di una pandemia mondiale. Siamo aggressivi nei confronti del virus. Grazie ai veneti per la responsabilità, il senso di comunità e di solidarietà rispettando l’ordinanza. Ho messo 200 metri perché i veneti vogliono sapere qual’è la misura. E’ un sacrificio e per questo vi ringrazio. Poi è arrivato il DPCM ma noi continuiamo a seguire questa via. La prima cura lo abbiamo capito siamo noi cittadini con i nostri comporamenti. Il senso di civiltà deve essere presente in ognuno di noi”
DONAZIONI “Grazie a Mario Moretti Polegato e il figlio Enrico di Geox che hanno donato un milione di euro. Abbiamo un incremento delle donazioni. Dalle donazioni abbiamo incrementi importanti.
COME ANDRA’ “Ne verremo fuori ma non dobbiamo abbassare la guardia, non fatevi ammagliare da un risultato positivo che il giorno dopo viene smentito, e’ una pandemia mondiale. Continueremo a sostenere le attività dei tamponi con grande difficoltà perché mancano materiali e reagenti. Obiettivo venirne fuori con le ossa rotte meno possibili”
SPERIMENTAZIONE “Siamo pronti e rispettosi delle leggi. Se c’è una minima opportunità in fondo al tunnel è eticamente sostenibile trovare quella luce e vedere com’è. Che la comunità scientifica abbia un approccio liberale dove c’è bisogno ed esperimentare quello che si può”
DISPOSITIVI “Ci sono 13 milioni e mezzo di dispositivi in arrivo, abbiamo trovato 2 milioni di pezzi mascherine regolari (e milioni di pezzi) abbiamo comprato ovunque dall’Europa al Sud America. In arrivo anche respiratori meccanici, ne ho chiesti 200, fino ad oggi ce ne hanno dati 49, abbiamo diritto di chiederli. Non ho contezza di arrivi da altri”.
SINDACATI E GOVERNO SUL DECRETO “Devo essere sincero abbiamo lavorato su più fronti so che ci sono polemiche spero trovino un punto d’incontro in un momento di transito come questo i dissidi sociali non aiutano. Che le parti sociali presentino le loro richieste come hanno fatto l’11 marzo per tenere aperto”.
CONFERMA L’ORDINANZA? “Fino al 3 aprile, anche per i supermercati e non va in conflitto con quella governativa, abbiamo fatto una verifica giuridica e non vogliamo fare il braccio di ferro“.
MACCHINE A CAMPIONI “Ne arrivano 11 per il pronto soccorso”.
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PROFESSOR RIZZUTO
“Dobbiamo trovare le persone che trasmettono la malattia, questo virus che vive solo sugli esseri umani. Dobbiamo cercare dovunque chi può trasmettere la malattia attraverso i tamponi. Se non lo facciamo avremo centinaia, migliaia di trasmettitori inconsapevoli della malattia. Abbiamo chiesto ai colleghi e ai laboratori di ricerca di mettere a disposizione le macchine, la risposta è stata positiva, in tanti si sono già resi disponibili decine di persone sono pronte per aiutarci.. Le categorie più esposte e a rischio sono gli anziani nelle case di riposo. Dobbiamo con un grande sforzo economico trovare tutti coloro che possono trasmettere la malattia.
IL PROFESSOR CRISANTI (ordinario di microbiologia all’Università di Padova)
“Dobbiamo evitare i contatti e sorveglianza attiva, ossia cercare le persone che stanno a casa e accusano sintomi, poi a cerchi allargati trovare chi ha trasmesso la malattia. Dobbiamo trovarli e stanarli è la sfida più importante.Se le persone non obbediscono alla quarantena continueranno a trasmettere la malattia. Servirà un grande sforzo. La Regione coordina i laboratori, come disporre i macchinari, come aumentare il personale e distribuire i reagenti. L’obiettivo: un aumento dei casi positivi scovati, più se ne trovano e meno si ammalano, in contemporanea una diminuzione delle persone in ospedale e in terapia intensiva. Nessun controllo sulle persone, diamo per scontato che il positivo rimanga a casa. Un paziente con sintomi verrà ispezionato, lui e l’intera famiglia e chi è venuto in contatto. Oggi facciamo 2mila tamponi al giorno, a fine settimana contiamo di arrivare a 4mila e speriamo di raddoppiare con l’arrivo di nuovi macchinari. La nostra ricerca inizierà dalle case di cura dove sono ricoverati i più deboli, guai quando il virus entra li dentro. Abbiamo materiale per circa 200mila tamponi.
IL PROFESSOR MERIGLIANO (presidente scuola di medicina)
“La cosa importante è la collaborazione a coordinamento tra le strutture.Il grande sforzo trovare il progetto, le persone disponibili a farlo su base volontaria e oganizzata integrandoci nel sistema sanitario. I positivi dovranno proteggersi. Supporto logistico comitato regionale della Croce Rossa, il progetto vale su scala regionale da Padova per cerchi concentrici e lo faremo con 15 squadre divise per provincia. Controlleremo i pazienti positivi domiciliari con i tirocinanti degli studenti di medicina, che sarebbero dovuti essere presso i medici di medicina generale, li abbiamo dirottati sui sistemi territoriali, si parla di 500 giovani medici in formazione che lavoreranno nei controlli. Fondamentale lo sforzo dei ricercatori di tutta l’area biomedica dell’università per recuperare macchine e persone. I medici cinesi sono restati particolarmente sorpresi positivamente dalle strutture semi-intensive, che non avevano mai visto e valutato con molto interesse”
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