di Tiziano De Col
PRIMA PARTE CLICCA QUI
SECONDA PARTE CLICCA QUI
TERZA PARTE CLICCA QUI
I lavori di costruzione del Ponte in Pietra di Lantrago vennero affidati alla ditta Giovanni Maria Da Roit di Giovanni con Verbale d’Asta del 21 Agosto 1858. Secondo il Capitolato d’Asta i lavori dovevano essere eseguiti conformemente al progetto dell’ Ing. Barpi del 6 giugno 1854, ma l’assuntore avendo prodotto un “vantaggioso ribasso d’asta” propose da subito delle variazioni che modificassero “ quel certo lato di vista esteriore del ponte che rendersi inutilmente in un semplice villaggio di campagna e contemporaneamente d’accordo con la Stazione Appaltante proponendogli anche di surrogare Pietre Vive in luogo delle Pietre Cotte perché queste più atte a sfracellarsi e di poca resistenza e durata. “ Di fronte a queste proposte di modifica da parte dell’ Assuntore, la Deputazione Comunale obiettava che a tal punto , per rendere effettive le modifiche proposte , sarebbe stato più corretto recidere il Contratto e andare verso un nuovo contratto. Il lavoro del Ponte prevedeva anche delle prestazioni gratuite da parte della Deputazione Comunale non rientranti nell’appalto, tra le quali vi era la fornitura di manovalanza a carico della Deputazione Comunale gratuita per l’assuntore e lo stesso assuntore chiedeva inoltre la fornitura gratuita del legname per le armature del volto e per le impalcature perché, non rientrando nei costi, si poteva paventare la sospensione dei lavori ed il licenziamento degli operai assunti per l’esecuzione dell’opera. La Deputazione Comunale accettava quindi con riserva dell’approvazione delle superiori Autorità. Il legname richiesto per le armature ed i ponteggi da fornirsi gratuitamente da parte della Deputazione Comunale era il seguente: 6 pezzi lunghi 10,50 metri e di spessore di 23 cm ; 12 pezzi lunghi 8,50 metri e di spessore di 23 cm ; 6 pezzi lunghi 10 metri e di spessore di 23 cm ; 12 pezzi lunghi 6 metri e di spessore di 23 cm ; 18 pezzi lunghi 6 metri e di spessore di 23 cm; 30 pezzi lunghi 5 metri e di spessore di 24 cm In data 3 aprile 1859 , l’ Impresa chiede alla Deputazione Comunale ed all’ Imperial Regio Commissario Distrettuale di Agordo, di poter usufruire di una proroga per il termine dei lavori entro l’anno solare 1860 in quanto “ il materiale sassoso che dovevasi prelevare lungo l’alveo del torrente era di calcarea qualità non atta e suscettibile alla solidità dell’opera intrapresa, ma che devesi prelevare invece oltre a un miglio distante e che nel decorso inverno mancata la neve che agevolava la condotta, dovendo passarsi sopra fondi di privata proprietà, i proprietari non permisero che a terreno scoperto, siano per i loro fondi tradotti quei grossi macigni, cagionando loro un grave guasto”
CONTINUA…
FOTO DALL’ARCHIVIO STORICO DI TIZIANO DE COL
*******