BELLUNO Il tribunale di Belluno, giudice la dottoressa Chiara Sandini ha emesso sentenza di condanna (primo grado, impugnabile con l’appello) nei confronti del presidente della associazione “Quad in quota”, il falcadino Moreno Tomaselli per le offese rivolte a Luigi Casanova Presidente onorario di Mountain Wilderness Italia e ambientalista delle Dolomiti. Il giudice ha stabilito in 12.000 euro il risarcimento del danno al Casanova oltre alle spese di lite quantificate in altre 4.000 euro e gli interessi legali a far data dal 14 giugno 2018. “Secondo i criteri richiamati dalle tabelle di Milano, le diffamazioni di modesta gravità si caratterizzano in particolare per limitata/modesta notorietà del diffamante, limitata diffusione del mezzo diffamatorio (episodio diffamatorio a diffusione limitata), modesto spazio della notizia diffamatoria, modesta/assente risonanza mediatica, modesta intensità elemento soggettivo; per le predette diffamazioni il danno è liquidabile nell’importo da euro 11.000 ad euro 20.000. Nella fattispecie in esame la diffamazione va ritenuta di modesta entità, tenuto conto del contesto di accesa conflittualità tra le due associazioni, della notorietà, per lo più a livello locale“. Casanova era difeso dagli avvocati Nicola Canestrini e Stefania Franchini del foro di Rovereto, Tomaselli dall’avvocato Giacomo Michieli.
La vicenda inizia nel 2017 e si conclude nel 2020 con le invettive postate su facebook contro Casanova, gli ambientalisti e l’associazione Mountain Wilderness Italia (fra pochi mesi si avrà la sentenza della querela di parte verso Mountain Wilderness). Per questo l’azione legale, MW ha considerato i post diffamazione tesa a ledere la reputazione e l’onore di Luigi Casanova. Un susseguirsi di affermazioni sempre più pesanti come la storpiatura del cognome in “Caganova”, “Ambientalisti di merda, incoerenti e codardi”, “Ambientalisti, ripeto, siete la feccia della montagna” , “Mezzacalzetta” e via con il peggio del peggio. “Sentenza che mi rende giustizia – dice Casanova (foto) – così come al lavoro svolto in ambito nazionale e in particolare nelle Dolomiti, sempre affiancato dalla associazione Mountain Wilderness. Un lavoro sempre strutturato sui contenuti ambientali e mai rivolto ad attacchi a singole persone. Il tribunale con questa sentenza ha riconosciuto anche il valore sociale dell’agire degli ambientalisti che non solo a Falcade, ma in ogni situazione, difendono le montagne dall’invasione dei mezzi a motore e dall’inquinamento da rumore, dall’abuso dei motori all’ attività dell’eliturismo”.
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