di RENATO BONA
E’ di questi giorni la notizia – pubblicata con altri quotidiani ed agenzie dal bellunese Corriere delle Alpi – dell’iniziativa“Domenica al museo” proposta dalla Funivia della Marmolada-Move to the top. Tutte le domeniche alle 14 fino al 19 aprile – come spiegava il quotidiano – avranno luogo speciali visite guidate gratuite per le famiglie al Museo Marmolada Grande Guerra. Occasione “per intraprendere un viaggio nel passato con spiegazioni adeguate all’età e attività ricreative e formative da vivere insieme alla propria famiglia in un contesto paesaggistico e storico unico nel suo genere”. Una guida specializzata che coinvolge bambini e ragazzi attraverso spiegazioni adeguate all’età dei partecipanti e alcune attività ricreative e interattive da svolgere insieme ai propri genitori. La visita guidata è come detto gratuita e viene organizzata tutte le domeniche fino al 19 aprile. La prenotazione è obbligatoria (al numero 3346794461 – [email protected]) per un’adeguata organizzazione; per ragioni di sicurezza, la visita è riservata ad un massimo di 10 persone contemporaneamente, bambini compresi. Viene precisato che materiali pensati appositamente per le scuole e quindi adatti ai piccoli ospiti, facilitano la comprensione dell’esposizione e stimolano la loro curiosità, rendendo ancora più piacevole questo viaggio nella storia, che cala in quel particolare contesto, permettono di comprendere più da vicino l’esperienza di vita quotidiana dei soldati. C’è di più: “Per completare la propria esperienza di visita in Marmolada, le famiglie possono anche accedere al bar ristorante all’interno della stazione di Serauta dove è d’obbligo una gustosa pausa ristoratrice con vista, per salire poi alla stazione di Punta Rocca (quota 3.265 ) dove una grande terrazza panoramica consente di ammirare i nove sistemi delle Dolomiti Patrimonio Unesco oltre al ghiacciaio dolomitico nella sua spettacolare bellezza. Il Museo della Marmolada occupa la prima parte del prezioso libro “La città di ghiaccio” guida agli itinerari e al Museo della guerra 1915-18, opera di Mario Bartoli, Mario Fornaro e Gianrodolfo Rotasso, che lo hanno dato alle stampe nel 1993 con la casa editrice trentina Publilux. Detto che “il Museo è situato a quota 2.950 nella stazione funiviaria di Serauta, ai bordi del ghiacciaio ed al centro della ‘zona monumentale’ decretata con legge 719 del 5 dicembre 1975, poi delimitata con decreto ministeriale del 22 giugno 1978” si precisa che “Qui, in una guerra di posizione si combatterono italiani ed austro-ungarici negli anni 1915-1917”. Dagli ampi finestroni si possono osservare le vicine postazioni di guerra italiane ed austriache, nonché i camminamenti che le collegano. E si sottolinea che “Nel Museo – che si propone di ricordare ed onorare imparzialmente ed al di sopra di ogni ideologia politica e di confine, tutti gli uomini che si combatterono sul ghiacciaio e nelle riocce – sono esposti cimeli di entrambe le parti, personali e di guerra, rinvenuti in zona, e riproduzioni di foto e documenti d’epoca” e che “In prossimità del Museo, ad opera delle brigate alpine ‘Tridentina’ e ‘Cadore’ sono state riattivate e rese visitabili le postazioni in grotta italiane ed austriache della Punta Serauta e della Forcella Vu”. Annotazione importante: nell’estate del 1990 sono stati iniziati i lavori per la esumazione di 15 Fanti del 51. e del loro tenente Flavio Rosso, medaglia d’argento al valor militare, sepolti in una grotta sulla Forcella Vu dallo scoppio di una contromina austriaca nell’autunno del 1917, e per la ricostruzione in grotta della infermeria dell’epoca, con tutto il relativo materiale originale. Il Museo è stato inaugurato il 9 giugno 1990, con la partecipazione di autorità militari e di associazioni combattentistiche italiane ed austriache, sollecitando l’attenzione del presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che nel mese di agosto lo ha visitato. Fino al 30 settembre 1990, come si rileva nell’apposito libro delle firme, il complesso è stato visitato da oltre ventunomila persone, “riscuotendo un generale apprezzamento anche da parte austriaca”. Prima di proporre una serie di pregevoli immagini con “reperti” dell’epoca, il libro specifica che “Nell’annessa biblioteca si sta raccogliendo una vasta documentazione storica, italiana ed austriaca, in relazione ai fatti bellici avvenuti in Marmolada ed alle opere di difesa ivi costruite”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “”La città di ghiaccio”): panoramica del ghiacciaio della Marmolada; Punta Serauta vista dal Museo; le bandiere austriaca ed italiana; gavetta per truppe alpine italiane con gavettino, borraccia e gavettino smaltati in uso nell’esercito austriaco; sci, piccozza e occhiali anti riflesso usati dall’alpino Arturo Andreoletti; motore per compressore con il quale gli italiani scavarono la galleria di attacco per la conquista di Forcella Vu; condotta di aerazione in lamiera snodabile e spezzone di fune rinvenuto nella galleria della quota 5153; medagliere della guida alpina Fedele Bernard di Vigo di Fassa, combattente austro-ungarico; due lanterne a candela pieghevoli con custodia in tela dell’esercito austro-ungherese, lanterna a candela dell’esercito italiano, scatola di fiammiferi, lampada a petrolio e pezzi di lanterne ad acetilene affiorati dal ghiacciaio; stufa a legno usata dagli italiani e, a destra, stufa pieghevole usata dagli austro-ungheresi; barella in filo di ferro usata dalle truppe astro-ungariche per il recupero di feriti; giacche e cappotti militari di epoca diversa; suola di legno chiodata per calzari di tela dell’esercito italiano, come la scarpa con rinforzi in punta e nel tallone, piastrina di riconoscimento del caporal maggiore Pietro Dell’Osbel che partecipò alla conquista della quota 3153, piastrina di riconoscimento in uso nell’esercito imperiale, borraccia di legno in dotazione agli italiani; sospensione del carrello di una teleferica e, sotto, carriola in legno rinvenuta nella “Galleria Rosso”.