di RENATO BONA
Virane e Zep-Schena sono le due località che grazie ad “Una finestra su Riva” (titolo del libro edito dal Club Unesco Agordino di Rivamonte Agordino, presieduto da Giuliano Laveder (nella foto, da Facebook), e stampato nell’ottobre 2013 dalla tipografia Castaldi di Agordo, con presentazioni del giornalista Sergio Tazzer, originario proprio di Rivamonte, e di Marialuisa Stringa, componente del consiglio esecutivo della Federazione mondiale dei club e centri Unesco) andremo a conoscere proponendo con una serie di belle immagini datate, le relative stringate ma efficaci diciture (del coordinamento delle stesse si è occupata Emilia Sommariva) e in qualche caso con qualche notizia curiosa che è stata ripresa da fonti locali, notizie d’archivio o trasmesse oralmente da molti informatori che con entusiasmo e generosità si sono prestati. Partiamo con lo “Scorcio della chiesa di Virane . anni ‘50” e leggiamo: “Si noti, sulla destra, la sede della Società operaia; prima della sua costruzione le riunioni della Soms si tenevano presso il comune di Rivamonte; nel 1931 fu approvata dall’assemblea la costruzione di una propria sede in località Virane; i lavori furono eseguiti dalla ditta Giacomo Conedera. Negli anni ’50 l’edificio ospitò i corsi delle scuole serali”. Segue, metà anni ’80, un omaggio ad Amalia Zanin, a nostro avviso infreddolita sulla neve. Quindi una “Veduta di Virane – fine anni ‘50” con dicitura che per la cronaca spiega: “Dal 1928 al 1931 tutto il territorio del comune fu colpito dai maggiolini, ma le zone più infestate furono Sant’Antonio, Virane, Mos, Ronch, Foca, Mon, Postran e Carenon. I principali danni furono legati ai raccolti di patate e di fieno”. Proseguendo il viaggio virtuale ecco “Virane – primi del ‘900: Fienagione” che “era un’attività importante per gli abitanti, scandiva la stagione estiva e permetteva il sostentamento del bestiame”. Per la statistica-cronaca: “Nel 1945 un fascio di fieno prodotto dai pascoli di proprietà comunale (monte Pizzon, Pianaz e Forcella) fruttava alle casse comunali lire 20”. Avanti sfogliando il libro, e avanti negli anni ecco l’immagine “Virane – metà anni ‘70” sotto la quale è scritto: “Abitanti delle casette costruite nel 1961 per gli sfollati di Mottes, Montas, Foca e Conca: da sinistra Maria Miana, Davide Mottes, Amelia Mottes, Giovanna Gnech, Maria Teresa Mottes e il bambino Giacomo Bressan”. Della stessa epoca la foto riservata ai “Lavoratori della Metal Optics”. Per la cronaca: “Il 12 novembre 1972 viene inaugurata la fabbrica di occhiali per la produzione di montature in metallo situata a Virane; nel periodo di maggiore produzione contava 110 addetti. Al momento della chiusura, avvenuta a febbraio del 1987, l’azienda aveva 36 dipendenti”. Ecco il momento di una bellissima panoramica di gruppo che il 27 luglio1924 riprende i soci della Società operaia di mutuo soccorso in occasione del raduno annuale. Si riconoscono: Giusto Mottes,Felice Gnech, Nico Rosson, Severino Schena, Chéco dei Thelestine, Barba Bèl, Tita Rosàlia, Nato Laura, Màor, Carletto Pasquali e Mèto Bóra. Per la cronaca: “La Soms Sant’Antonio di Rivamonte Agordino con loggia nel paese di Bingham Canyon (Utah) nacque il 26 dicembre 1905 su iniziativa di 49 rivamontesi emigrati in America per far fortuna come minatori. A partire dal 1908 le riunioni della Società si tennero a Rivamonte”. E’ arrivato il momento di mostrare la sede di “Teleriva 14” presso la Sopcietà operaia. La dicitura spiega che: “I programmi di questa emittente locale furono lanciati nel maggio del 1984 grazie all’intraprendenza di alcuni cittadini. Nell’immagine alcune apparecchiature elettroniche utilizzate per i servizi”. Sempre per la cronaca, ecco l’immagine di un socio della Società operaia di muto soccorso per dire che “Nel 1928 la Soms contava 180 iscritti, ovviamente tutti uomini. Ciò che identificava i soci era la ‘divisa’ appuntata generalmente sul lato destro della giacca e portata nelle ricorrenze ufficiali. Ogni socio doveva sostenere il costo dell’acquisto. Quella visibile nella foto è la prima versione della divisa, creata al momento della fondazione. Il distintivo aveva due lati, quello tricolore riportava le due bandiere: quella statunitense e quella italiana con al centro il medaglione della corona del Regno d’Italia, l’altro era invece utilizzato per le ricorrenze luttuose, le esequie dei soci, ed era caratterizzato da scritte argentee su sfondo nero. La Società prevedeva un esborso di dollari 50 per il funerale di un iscritto e i soci avevano il compito di portare il feretro”. Concludiamo la tappa con le 4 foto riservate a Zep-Schena: la prima, aprile 1962 è dedicata a Roberto e Gianni Favero; statistica: “Negli anni ’40 Zep contava 5 famiglie e 20 abitanti”; la seconda, che risale agli anni ’60 ci mostra Giuseppe Conedera (Bèpi Mat); la terza vede lo stesso Bèpi Mat (sulla destra) con Luciano Conedera, mentre fa bella mostra dei suoi anelli; infine la quarta, che ricorda l’alluvione del 1966 quando “molti furono gli edifici con tetti scoperchiati a causa delle forti raffiche di vento”.