BELLUNO In piazza di Martiri nel negozio Manzoni Abbigliamento allestita una vetrina con la storia uniforme dell’Arma
GALLERIA FOTO, PIAZZA MARTIRI BELLUNO
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IL 4 NOVEMBRE A FELTRE
Celebrazione del 4 novembre a Feltre.
FELTRE Il sindaco Viviana Fusaro si è recato dapprima al cimitero militare germanico in località San Paolo dove ha deposto una corona d’alloro, quindi – alla presenza delle Autorità militari e dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma – ha preso parte alla cerimonia commemorativa presso il monumento ai caduti di tutte le guerre, nell’area antistante il cimitero urbano. Il corteo si è quindi spostato all’interno dell’area cimiteriale dove, ancora sotto una pioggia scrosciante, ha avuto luogo la deposizione delle corone d’alloro presso il sacrario italiano e al cimitero austro-ungarico. Di seguito, nella cappella del cimitero monumentale il parroco della concattedrale di Feltre don Angelo Balcon, ha celebrato la santa messa. “Non c’è paese, pur piccolo che sia – ha detto il sindaco – che non abbia un monumento, una lapide a ricordo dei caduti della prima guerra mondiale, cui si aggiungono quelli del secondo conflitto. Ma questi cimeli, ha continuato il sindaco Fusaro, non devono restare pietra inerte, morta; essi stanno a testimoniare un insieme di valori che dovrebbero essere motivo fondamentale di ricordo e meditazione. E’ per questo che rivolgiamo, in special modo ai giovani, un caldo appello a ricordare i padri che hanno ricostruito una patria e i nonni, che si commuovono ancor oggi al pensiero di quello che è stato i loro passato”.
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE, LUCA ZAIA
VENEZIA “La data odierna è quella che per i nostri nonni riportava alla memoria le sofferenze e le fatiche di una guerra lontana che ha toccato da vicino la nostra regione Oggi è l’occasione per dimostrare apprezzamento verso il ruolo svolto dalle forze armate, protagoniste delle principali missioni di pace in tutto il mondo, di importanti interventi a tutela e difesa dei cittadini, di una presenza costante in moltissimi ambiti dalla Protezione civile al Soccorso. Caratteristiche che ne fanno una garanzia per il paese e le sue istituzioni”.
L’OMAGGIO DEGLI ALPINI DI PONTE NELLE ALPI E SOVERZENE
PONTE NELLE ALPI Di fronte al monumento ai Caduti di Soccher, si sono trovati i rappresentanti del Gruppo Alpini di Ponte nelle Alpi – Soverzene, insieme alle associazioni Marinai, Artiglieri e Carabinieri per rendere onore alle vittime di tutte le guerre e per celebrare le Forze Armate. Una cerimonia breve, ma dal valore altamente simbolico e carico di significati. Nello specifico, è stato letto il messaggio del presidente nazionale degli Alpini, Sebastiano Favero. Il quale ha voluto che, in tutte le sedi d’Italia, la cerimonia si svolgesse alle ore 19 di giovedì 3 novembre. Quest’anno inoltre, si ricorda il centenario della traslazione all’Altare della Patria della salma del Milite Ignoto. E un pensiero è stato rivolto a tutte le penne nere “andate avanti” a causa della pandemia. Alla serata di Soccher, coordinata dal capogruppo Mario Dall’Anese e dal cerimoniere Cesare Poncato, erano presenti il sindaco di Ponte nelle Alpi, Paolo Vendramini, e il parroco don Giuseppe.
di Paolo Luciani, Segreteria Lega Nord Belluno
“Il 4 novembre festeggiamo la libertà, l’Italia unita, la fine della guerra e il sacrificio di chi ha reso possibile tutto questo. Ma lo facciamo guardando ad un’altra guerra, oltre i nostri confini, e alle tensioni preoccupanti tra Cina e Taiwan”. Sono le parole del segretario cittadino della Lega Paolo Luciani, espresse in occasione della festività del 4 novembre. Il 4 novembre del 1918 ha segnato la resa dell’impero austro ungarico, il rientro degli italiani a Trento e a Trieste e la fine di un conflitto tremendo. Ricordare è doveroso e non è possibile farlo con la retorica con la quale si affrontano, spesso, cerimonie e ricorrenze del passato – prosegue Luciani -. La giornata di oggi ci coglie sospesi sopra un ennesimo conflitto, a ribadirci come il sacrificio, le morti e le atrocità delle due guerre mondiali non siano stati, evidentemente, una lezione da cui abbiamo imparato. Le armi e la guerra devono lasciare il posto al dialogo e alla trattativa, la storia ci ha insegnato come la violenza e il fuoco lascino sul campo solo morti e come gli strumenti per risolvere i problemi di convivenza debbano essere altri. Il nostro auspicio è che la giornata del 4 novembre sia l’occasione per ricordarci la storia da cui veniamo e il dovere che abbiamo, tutti, di non ripetere gli stessi errori”.