di RENATO BONA
A Nel libro “Piccole grandi storie di emigranti”, opera di: Ivano Pocchiesa, Mario Fornaro ed Aduo Vio, che lo hanno realizzato con Media diffusion editrice e l’agenzia Polaris, foto di Bepi Zanfron, Dario Fontanive, Renato Idi, Aldo Pellencin, degli autori e-o dei protagonisti dei vari capitoli c’è, fra gli altri, il racconto della “guerra delle carte bollate”, dopo quella vera, di un gelatiere zoldano cui, senza colpa alcuna, il nazismo sequestro la gelateria che conduceva a Lipsia. “La sua odissea è cominciata coi gelati ed è terminata con le carte bollate”. Nel capitolo a lui dedicato comincia con queste sconcertanti parole la narrazione della vicenda che ha avuto per protagonista Roberto Pra, classe 1912, gelatiere zoldano, nativo di Dozza, emigrante fin da bambino. La si può leggere nel pregevole “Piccole e grandi storie di Emigranti”, realizzato nel 1991 da Pocchiesa, Fornaro e Vio, tre amici di chi stende queste note convinto di trovare il consenso di quanti non possono reperire il volume. Torniamo a Roberto Pra, titolare nel 1939 di una gelateria in Germania, a Lipsia, coinvolto suo malgrado come altri suoi colleghi, in quanto ‘proprietario di beni’, “nel cataclisma scatenato dal nazismo e dal fascismo fino all’epilogo del 1945 con le bombe atomiche del Giappone. Si ricorda quindi che quando nel 1939 aveva inaugurato la sua bella gelateria “sperava sì nel suo negozio, nell’Adolf Hitlerstrasse numero 62: non erano là per mangiare il gelato ma per… prendersi tutta la gelateria!”. Pocchiesa-Fornaro-Vio spiegano quindi che: “Lo fecero con buone maniere, sequestrandogli tutto, e con la proverbiale precisione teutonica, redigendo anche un impeccabile verbale in cui erano annotati tutti i beni requisiti: in totale si trattava di 12.968 marchi e 14 pfenning. Inoltre gli venivano ‘congelati’ anche i 304 Reichsmark (marchi) depositati all’Allgemeine Deutsch Credit-Anstalt-Depositenkasse a Leipzig”. Dopo varie romanzesche vicissitudini, Roberto Pra era rientrato in Italia, ovviamente con le ricevute di esproprio. E siccome il tempo è galantuomo, a Germania riunificata dopo il crollo del “Muro di Berlino” è stato riaperto il termine per chiedere i “rimborsi di guerra” e – commentano gli autori del libro . l’occasione è stata propizia a Roberto Pra, 79 anni, per un “amarcord” sui tempi felici”. Pagine di vita vissuta, con il nostro che aveva iniziato a vendere gelati a Finale Ligure, “con il classico carrettino degli ambulanti”: molte ore di lavoro, tanti sacrifici ma anche la professionalità ed il successo. Ricordi, dicevamo; quello di Zara, ad esempio, quando la città era punto franco, e lui vedeva arrivare le bianche navi che solcavano il mare… tra i suoi ospiti, il mitico Balbo “di cui conserva una fotografia nella quale un suo bambino è in braccio al gerarca fascista”. Ma anche altri golosi del suo ottino gelato; il pilota Stoppani, mito dell’aviazione di quegli anni, il colonnello Franchini, il generale Messe… Dopo gli otto anni di Zara si trasferì in Germania: alla domanda perché proprio in quel Paese, spiegò che si era sposato ed il suocero, Giovan Battista Faghera, era a Lipsia dal 1913… La conclusione di questo racconto breve che ha avuto per protagonista il gelatiere zoldano è così sintetizzata da Ivano Pocchiesa, Mario Fornaro ed Aduo Vio; “Oggi la parola ai documenti, alle fotocopie, ai consolati… Roberto Pra è identificato nelle carte bollate, con la “posizione n. 132…”. Sarebbe bello conoscere, se c’è stata, e quale, la fine di questa storia.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro”Piccole Grandi storie di emigranti”): immagine piuttosto scura di Roberto Pra con i capelli imbiancati; eccolo, a sinistra, con i suoceri “Tita Faghera” e la moglie Caterina Serafin nella gelateria del suocero Gio Batta (Titta) Faghera; la licenza rilasciata a Roberto Pra nel 1939; l’inventario dettagliato dei beni che gli furono sequestrati; Nortingen, Germania: il gelatiere e moglie davanti ad uno dei locali posseduti; ancora i due all’interno della gelateria “Pra Obertor”; il libretto dei risparmi; avviata al ministero del Tesoro la pratica per il rimborso dei danni subiti sotto il nazismo da Pra; corrispondenza col ministero italiano.