di RENATO BONA
Paolo Giacomel e l’amico-collega di chi stende queste note, Mario Fornaro, sono gli autori della seconda delle “Guide escursionistiche ai luoghi della Grande Guerra”, quella che in provincia di Belluno è dedicata al Col di Lana-Marmolada e per il coordinamento della Comunità montana Agordina è stata realizzata nel settembre 2006 (stampa della bellunese Tipografia Piave) nell’ambito del progetto cofinanziato dall’Unione Europea mediante il “Fondo europeo di sviluppo regionale iniziativa comunitaria Interreg IIIA Italia-Austria 2000-20082 che contemplava interventi di recupero e valorizzazione nei territori del Parco della Memoria. In copertina: Trincee recuperate lungo il costone del Sief in comune di Livinallongo del Col di Lana; retrocopertina con militari austriaci e baraccamenti, camminamenti coperti, teleferiche ed altre opere italiane sul lato sud del Col di Lana (arch. Robert Strifler). Le fotografie sono state fornite da: Giovanni De Donà e Walter Musizza, Antonella Fornari, Ivano Alfarè Lovo, Jacopo Da Val, Archivio storico della Grande Guerra di Rovereto, Archivio Museo della Grande guerra in Marmolada, Fondazione Giovanni Angelini centro studi sulla montagna di Belluno, Archivio Alpago Novello, Tiziano De Col. Nella presentazione, l’allora assessore alle politiche dell’economia, dello sviluppo, della ricerca e dell’innovazione e politiche sociali della Regione Veneto, avv. Fabio Gava, dopo aver premesso che “In uno degli scenari più suggestivi delle Dolomiti: le valli ed i costoni che collegano il gruppo delle Tofane e del Lagazuoi, attraverso il Passo Falzarego, al Col di Lana ed al Gruppo della Marmolada, il Programma Interreg IIIA per questa ampia parte dello splendido territorio dolomitico bellunese, dove sono ancora presenti palpitanti testimonianze delle vicende belliche che hanno indelebilmente segnato l’inizio del ventesimo secolo ha promosso interventi di recupero e valorizzazione di opere che da sole meritano la visita e la conoscenza da parte di chiunque ami la storia e la cultura europea, precisava che:“Il lavoro, frutto di studio e di ricerca da parte di numerosi esperti della Grande Guerra, condiviso dal partner austriaco del Tiroler Landesarchiv di Innsbruck, che ha approfondito le implicazioni sociali di questi eventi ed ha partecipato ad alcune visite nell’area dolomitica, rappresenta una significativa opportunità di valorizzazione di testimonianze che, per il Veneto, ed anche per il partner austriaco, costituiscono un tema prioritario per promuovere la pace e la reciproca conoscenza”. Gava quindi concludeva così: “Come auspicato dal Programma Interreg il confine italo-austriaco è diventato con questo progetto luogo di contatto e di fruizione di importanti beni culturali, monito e memoria per le generazioni future che di questa area comune dovranno fare la loro nuova patria”. Di seguito di può leggere che le tracce di 29 lunghissimi mesi di lotta, sopravissute allo scorrere del tempo, aumentano la suggestione e la bellezza del paesaggio insegnando ad osservare, a conoscere, a imparare. Per la visita a questi siti si sono individuati percorsi di varia lunghezza e difficoltà,. Alcuni dei quali realizzabili nel pieno rispetto di persone con ridotte capacitò motorie. Gli itinerari proposti sono stati scelti tenendo presenti alcune caratteristiche fondamentali, quali la loro rappresentatività del punto di vista storico, la facilità d’accesso e la vicinanza con altri siti di interesse storico. Da qui l’auspicio che questa nuova opportunità storico-culturale “possa trovare numerosi visitatori ed appassionati, che oltre ad amare la montagna per le sue bellezze naturalistiche, sappia leggere in questi luoghi il rapporto uomo.-natura che nella Grande Guerra ha lasciato una traccia del tutto particolare”. “La memoria storica per riscoprire la Montagna, per non dimenticare, per conoscere gli uomini che vissero questa tragica, ma straordinaria avventura. A questo – puntualizzano i componenti del Coordinamento e del Comitato scientifico e tecnico – è stato volto il lavoro che ora – come risultato delle proprie ricerche – offre la possibilità, attraverso le guide ed i depliant di affrontare gli itinerari di facile accesso, e di ‘toccare con mano’ la vita al fronte, le difficoltà di una vita vissuta ad oltre 2000 metri dai soldati degli eserciti contrapposti. E questo per ricordare che la guerra non è mai un evento dimenticato e che – come dice il sottotenente medico Gino Frontali – ‘… non è una parentesi che possiamo affrettarci a chiudere per tornare al discorso di prima…’”. Ed eccoli, di seguito, gli itinerari escursionistici del Col di Lana: dalla posizione “Edelweis” alla “Sella del Sief”; dal “Punto informativo presso la Sella del Sief alla Cima del Sief; da Cima Sief al Col di Lana; da Cima Lana ai Ciadiniéi; dai Ciadiniéi alla Sella del Sief sul Teriol Ladin, Variante per i 0l Col de la Roda, da Cima Lana alla Sella del Sief per il Costone di Castello e Teriol Ladin, dal Costone di Castello ad Agai e Palla per il Teriol Ladin; e le escursioni indicate per la Ma rmolada: Sentieri della Grande Guerra nell’alta Val Cordevole, Malga Ciapèla-Ombretta di Marmolada-Ombrettòla, Digonera-Col Da Daut-Davedino, Digonera-Laste-Col Toront. Concludiamo riportando l’elenco delle forze italiane operanti con le rispettive batterie da montagna: 18. Divisione (Val Cordevole e Val Biois, Ten. Gen. Vittorio Carpi); Btg. Alpini Val Cordevole (Passi Valles e San Pellegrino, 7. Regg. Cap. Silvio Magnaghi); 3. Regg. Bersaglieri (Val Biois, Col. Giuseppe Cantù), Btg. Alpini Belluno (Passo Fedaia e Monte Padon. 7. Regg. Mag. Eugenio Probati, in Val Pettorina); Btg. Alpi (in Val Cordevole, Mag. Gen. Teodorico Serra), composta dal 51. Regg. Fanteria (Col. Amos Del Mancino, ad Alleghe), 52. Regg. Fanteria (Col. Federico Trulla, tra Alleghe e Cencenighe); 33. Regg. Artiglieria da campagna (Col. Prospero Marro, in costituzione ad Agordo e pronto dal 28 maggio 1915); 17. Divisione (Val di Zoldo, Ten. Gen. Diomede Saveri); Btg. Alpini Val Chisone (3. Regg. Ten. Col. Giuseppe Ratti, a nord del Monte Pelmo tra Forcella Forada e la Rocchetta); Bgt Torino (Mag. Gen. Giuseppe Ferrari con l’81. Regg. Fanteria, Col. Achille Papa e l’82. Regg. Fanteria Col. Carlo Castellazzi); 13. Regg. Artiglieria da campagna (I Gruppo, Col. Augusto Semeria, in Val di Zoldo. Altri due Gruppi giunsero il 6 giugno 1915).
NELLE FOTO (riproduzioni dalla guida “Col di Lana-Marmolada”): la copertina della pubblicazione; sulla sinistra una parte del residuo cratere di mina con il cippo, in primo piano la chiesetta di Cima Lana; 1915: l’Italia in guerra con l’Austria; scaletta ed osservatorio in cima al Piccolo Settsass; Peppino Garibaldi al centro; fra Selva e Pra de Pontin, traino di un obice d 210; particolare della sezione di sinistra della batteria di obici da 210 a Pra de Pontin nell’estate 1915; una colonna in sosta davanti all’hotel “Miniere” di Agordo; Villagrande, oggi Colle Santa Lucia: una donna disseta un portatore di avvisi; il monumento sulla cima nord.-orientale del Col di Lana; prigionieri bosniaci e fanti del 59. Reggimento fanteria della Brigata Calabria; il fortilizio italiano di punta Serauta, zona sacra, visitabile d’estate, a quota 3000; alpini al Passo Ombretta; rara foto d’epoca dell’interno della “Città di ghiaccio” dentro un crepaccio profondo decine di metri; 1915: veduta di Caprile con i baraccamenti per la truppa nella zona di Saviner di Laste (Rocca Pietore, Belluno); cannone italiano da 149 in postazione.