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BELLUNO Il 22 maggio 1978 fu approvata la legge 194, che legalizzò l’aborto in Italia, garantendo alle donne accesso gratuito e sicuro. Quello stesso anno vide la nascita del sistema sanitario nazionale, mentre tre anni prima, nel 1975, erano stati istituiti ufficialmente i consultori, presidi fondamentali per i diritti delle donne, come la contraccezione e l’interruzione di gravidanza. Questa legge rappresentò un grande passo avanti per l’emancipazione delle donne, ma conteneva contraddizioni che sarebbero emerse nel tempo. Oggi, l’accesso all’aborto è ancora difficile in molte parti d’Italia e la legge è spesso disattesa, con consultori sottofinanziati e oberati di lavoro. Inoltre, le strutture private e le associazioni contrarie all’aborto esercitano una forte pressione, aggravata dalle politiche di un ministero della famiglia che dovrebbe tutelare i diritti delle donne. Di aborto si parla poco, e quando se ne discute, spesso è per mettere in discussione il diritto alla scelta, un diritto fondamentale delle donne. Anche a Belluno, molti sostengono questa battaglia, con campagne visibili sui muri della città. Questa iniziativa si inserisce nelle mobilitazioni promosse dal movimento Non Una Di Meno a livello nazionale. Il 25 maggio si terrà una giornata di mobilitazione dal titolo “I consultori sono nostri!” per ribadire il diritto a spazi di salute pubblici, laici e sicuri, senza interferenze da parte dello Stato o della Chiesa. L’aborto è un diritto, e la lotta continua contro ogni forma di violenza sui corpi delle donne.