di Renato Bona
Proseguiamo nella “scoperta” della storia gloriosa dell’occhialeria “guidati” dalle oltre 130 pagine della preziosissima pubblicazione del dott. Enrico De Lotto intitolata “Dallo smeraldo di Nerone agli occhiali del Cadore” (stampa dalla bellunese tipografia Benetta nel 1956), realizzata a cura della Camera di commercio, industria e agricoltura di Belluno in occasione della “Mostra dell’occhiale attraverso i secoli” ospitata nel palazzo della Magnifica comunità cadorina a Pieve, durante la settima edizione dei Giochi olimpici invernali del 1956 di Cortina. In precedenza avevamo avuto modo di “scoprire” come la primissima industria di occhialeria fosse nata sulle rive del rio Molinà, in quel di Calalzo, località Le Piazze, nel 1878 e presto trasferitasi, anno 1882, più a valle, sotto il ponte del Molinà, a seguito dell’alluvione. Dalla gestione Frescura-Lozza l’azienda era passata a Bonomi Colson e Ferrari nel 1886, quindi a Ferrari & C. che riuscì nella non facile impresa di ingrandirla dandole un notevole impulso sia quanto a fabbricazione di montature sia per quanto riguarda l’installazione di macchinari per la produzione delle lenti correttive e degli astucci, ed era la prima volta! Ne consegue – per dirla con il De Lotto – che “L’opera del Ferrari è stata decisiva nella formazione di maestranze altamente specializzate, introducendo sistemi di lavorazione e macchinari unici in Italia”. Nel 1900 subentrò al Ferrari la ditta Cattaneo & Cargnel e nel 1905 fu fondata la Cargnel & C. che seppe garantire ulteriore sviluppo con la costruzione di nuovi corpi di fabbricato e col notevole potenziamento delle attrezzature per la produzione di lenti di tutte le specie. Ed ecco che, nel 1934, alla gestione Cargnel subentrò la Società Anonima Fabbrica Italiana Lavorazione Occhiali, la S.A.F.I.L.O., appunto, alla cui presidenza “venne chiamato un giovane di esemplare attività, Guglielmo Tabacchi, che nel giro di venti anni seppe portare l’azienda all’attuale complesso che è uno dei migliori in Italia e forse in Europa”. Ancora De Lotto: “Diretta ed amministrata da uomini lungimiranti, dotati di grande esperienza industriale e di profonda competenza scientifica e tecnica, la Safilo dispone di una attrezzatura modernissima, frutto di una quasi secolare esperienza”. Gli attuali dipendenti sono i figli ed i nipoti – precisava l’autore del libro – degli artigiani di un tempo che impararono l’arte della lavorazione degli occhiali da quei pionieri che gettarono il primo seme”. Ed è a queste maestranze specializzate che oggi sono affidati i più perfezionati impianti, i più precisi strumenti, il macchinario più moderno per garantire che il loro lavoro si svolga con la massima accuratezza e precisione. Le lenti della Safilo sono rinomate in Italia e all’estero ed i suoi occhiali da sole vengono esportati in tutto il mondo. Non trascurava – De Lotto – di annotare: “L’officina meccanica dotata di perfetta attrezzatura provvede alla fabbricazione degli apparecchi tecnici e scientifici delle macchine che continuamente si evolvono, specialmente per la fabbricazione degli occhiali da sole e delle montature che cambiano continuamente col variare della moda. In questo contesto la Safilo “può essere fiera ed orgogliosa del cammino percorso perché ha saputo potenziare e razionalmente sviluppare con criteri che rivelano lungimiranza e capacita tecniche di primo ordine l’attività produttiva che si svolge in modo organico nei tre rami principali; lavorazione lenti oftalmiche, lavorazione occhiali di celluloide, lavorazione occhiali di metallo, unica azienda dunque a produrre l’occhiale completo (e in questi ultimi tempi ha iniziato la fabbricazione di lenti bifocali cilindriche e toriche, molto apprezzate da ottici e oculisti”. Ecco perché “nell’azienda trovano lavoro circa 400 operai. Ha una succursale a Venas e una filiale a Roma e Milano e una vasta rete di rappresentanze nei principali centri del globo”. Questa la conclusione di Enrico De Lotto per quanto concerne la Safilo: “Il merito principale del successo di questa importante azienda è dovuto alla tradizione ormai secolare ma soprattutto all’opera di Guglielmo Tabacchi, presidente e direttore generale che in due decenni di instancabile ed indefettibile attività ha profuso tutte le sue energie, la sua volontà per valorizzare al massimo non solo la sua azienda, ma il buon nome di tutte le occhialerie del Cadore, che hanno avuto come culla, direttamente o indirettamente, la vecchia fabbrica del Molinà, sorta all’ombra della cinquecentesca chiesa della Madonna”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Dallo Smeraldo di Nerone agli occhiali del Cadore”): la Safilo nel 1934; ampi e luminosi saloni per le lavorazioni; un reparto di rifinitura occhiali; dove sorse la prima fabbrica di occhiali sulle rive del rio Molinà si è sviluppato uno tra i più grandi complessi industriali d’Europa; macchine moderne per la fabbricazione delle lenti bifocali; la più antica figura con occhiali esistenti al mondo (1352) è quella di Fra Ugone da Provenza: fu dipinta da Tommaso da Modena (1325-1379) nel Capitolo della chiesa di San Nicolò di Treviso.
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