..…Era il 25 settembre di 596 anni fa – Al suo nome la chiesa di Pelos
Lo scomparso prof. Don Ferdinando Tamis, agordino, autore fra l’altro di “Il culto dei santi nella diocesi di Belluno-Feltre”, si è ricordato fra l’altro di San Bernardino da Siena, riferendo che “Il 25 settembre 1423 ( dunque la bellezza di 596 anni fa… – ndr.) san Bernardino da Siena, invitato dai Bellunesi, predicò in Piazza del Duomo, e da tale predica gli animi rimasero così profondamente commossi che, deposti l’odio e l’ira, abolite le fazioni di guelfi e ghibellini, la città e il suo territorio con una mirabile unione furono ridotti in uno stato pacifico e tranquillo”. C’è da dire che a Pelos, in comune di Vigo di Cadore, San Bernardino da Siena è il patrono del paese, della parrocchia e della chiesa. In proposito il sito ufficiale del Palio di San Martino, vigo.medievale, scrive: “La chiesa dedicata a san Bernardino fu costruita attorno alla metà del 1400 come cappella dipendente dalla Pieve di san Martino. In gran parte ricostruita nel 1947 conserva l’antico presbiterio. Dietro l’altare maggiore, in legno finemente intagliato e dorato attribuito ai fratelli Chiantre di Vigo è stato rinvenuto un affresco datato 17 settembre 1498 di buona fattura”. Il sito digilander.libero risponde alla domanda: chi era San Bernardino? scrivendo fra l’altro: “…Studiò grammatica, retorica e si appassionò a Dante. Successivamente frequentò l’Ateneo senese, dove studiò giurisprudenza. Verso i 22 anni abbandonò tutto ed entrò a far parte dell’Ordine francescano dei Frati Minori. Col permesso dei superiori, si ritirò sui Colli della Capriola, dove fondò un convento. Tornò a Fiesole quando fu nominato Vicario di Toscana. Nel 1417, a Genova, iniziò la sua predicazione, che gli diede grande notorietà e che il Bargellini definisce ‘colorita, arguta, fresca, appassionante e penetrante’…”. Ancora: “Camminò instancabilmente: Siena, Firenze, Milano, Venezia, Belluno, Treviso, Padova, Pavia, Cremona non sono che poche città nelle quali il Santo fece sentire la sua voce ed i suoi insegnamenti. Bergamo ha un particolare ricordo di S. Bernardino. Egli fu qui – pare – tra il 1420 ed il 1422, fondò il convento delle Grazie e fu guardiano del con-vento di San Francesco. Ma in questi due anni raggiunse altre città lombarde. Già nel 1419, di passaggio per Bergamo, riuscì a promuovere la pace tra Caravaggio e Treviglio… San Bernardino è spesso rappresentato con uno stemma nella mano destra. È un sole d’oro raggiante che presenta, al centro, tre lettere: J H S. Sono le iniziali di tre parole latine: Jesus Hominum Salvator ( = Gesù Salvatore degli uomini). Questa nuova devozione, diffusa dal Santo, fece sorgere il sospetto di eresia. Per ben tre volte fu processato con questa accusa, ma fu sempre assolto, perché riconosciuta la sua ortodossia. Fu difeso da S. Giovanni da Capestrano e, dopo una di tali assoluzioni, il Papa Martino V lo abbracciò. Frate Bernardino compì l’ultimo viaggio verso L’Aquila, ma non vi arrivò. Ammalato e stanco, il 20 maggio 1414, morì nel villaggio di San Silvastro. Anche la sua morte mise pace fra i cittadini, perché intorno al corpo, esposto nella cattedrale della città, avvennero numerosi miracoli. Bernardino fu canonizzato il 24 maggio 1450 da Niccolò V, ed è commemorato il giorno della sua morte: il 20 maggio. Successivamente è stato dichiarato Dottore della Chiesa”. Ed ecco il sito treccani.it dell’omonima Enciclopedia: “Nacque l’8 settembre 1380 a Massa Marittima da Tollo di Dino di Bando, della nobile famiglia senese degli Albizzeschi e da Nera di Bindo, della famiglia, anch’essa nobile, degli Avveduti di Massa Marittima… Perse assai presto i genitori, che morirono, il padre a 39 anni, e la madre a 22. Rimasto solo a sei anni venne accolto nella casa della zia Diana, sempre a Massa Marittima, dalla quale venne allevato con ogni affetto… Con la zia rimase fino al 1391, cominciando la sua istruzione a Massa, donde passò a Siena, accolto nella casa di suo zio Cristoforo degli Albizzeschi, che, senza figli, lo allevò come fosse suo, mandandolo per due anni alla scuola di Maestro Martino di Ferro, notaio di Casole, e poi a quella dei maestri Onofrio di Loro e Giovanni di Spoleto, ove apprese le arti dei trivio; frequentò poi l’università seguendo corsi di diritto canonico per tre anni; ma non conseguì nessun dottorato, come ci assicura una precisa testimonianza di Giovanni da Capestrano… A 22 anni, l’8 sett. 1402, entrò nell’Ordine dei frati minori, ricevendo l’abito da fra’ Giovanni Ristori che lo conosceva e lo apprezzava da tempo…l’8 settembre 1403, faceva la sua professione religiosa, e l’anno successivo nello stesso giorno celebrava la sua prima messa. Restò poi nel monastero fino al 1405, approfondendo gli studi teologici e preparandosi all’attività pastorale ed alla predicazione…”. Bernardino morì il 20 maggio 1444, all’età di 64 anmni, a L’Aquila, nel convento di San Francesco dove era stato trasportato dopo un gravissimo malore. Antonio Borrelli, nel sito santiebeati scrive: “…Dopo morto, il suo corpo esposto alla venerazione degli aquilani, grondò di sangue prodigiosamente e a tale fenomeno i rissosi abitanti in lotta fra loro, ritrovarono la via della pace. I frati che l’accompagnavano, volevano riportare la salma a Siena, ma gli aquilani, accorsi in massa lo impedirono, concedendo solo gli indumenti indossati dal frate. Nelle città dov’era vissuto, furono costruiti celebri oratori, chiese, mausolei, come quello di S. Bernardino nella omonima chiesa dell’Aquila, dove riposa. Sei anni dopo la morte, il 24 maggio 1450, festa di Pentecoste, papa Niccolò V lo proclamò santo nella Basilica di S. Pietro a Roma. San Bernardino è compatrono di Siena, della nativa Massa Marittima, di Perugia e dell’Aquila… Una città in California porta il suo nome. È invocato contro le emorragie, la raucedine, le malattie polmonari…”. Concludiamo col sito parvigo.altervista che giustamente evidenzia, fra l’altro, che la parte più antica della parrocchiale di Pelos di Cadore “è costituita dal coro, appartenente al quattrocentesco edificio originario, nella cui parete di fondo si trova un affresco in forma di trittico datato ‘1498 adì 17 setebrio’ attribuito al bellunese Giuseppe di Cividale (Belluno): raffigura la Vergine con Bambino e i Ss. Bernardino e Antonio abate, in alto Dio Padre benedicente. Di rilievo, in presbiterio, l’altare ligneo policromo intagliato e dorato,opera dei fratelli Chiantre di Vigo. La pala, olio su tela del XVI secolo (Cesare Vecellio?) raffigura la Madonna e i Ss. Bernardino, Pietro e Daniele. Sulla parete di sinistra si trova la riproduzione (opera di ‘Paiutta’ – Vittorio Casagrande 1883-1973 – ndr.) della ‘Predica di S. Bernardino in piazza S. Francesco’ del pittore senese Giano di Pietro (1406-1481). Di fronte, sulla parete di destra, è posto il dipinto con Madonna, S. Fermo e S. Rustico, olio su tela opera di Tomaso Da Rin Betta di Laggio (1838.1922). Sempre a destra,verso il presbiterio, l’altare della Madonna accoglie la statua lignea dell’Immacolata, che viene portata in processione l’8 dicembre di ogni anno. Nella parete di ingresso, sulla sinistra, una teca a muro contiene le reliquie del Santo Patrono, protetta da una grata in ferro battuto. Molto interessanti le formelle della Via Crucis, fuse in bronzo, opera dello scultore Franco Fiabane di Belluno…”.
NELLE FOTO (Wikipedia, Provincia di Belluno e sito parvigo.altervista): San Bernardino da Siena interpretato da artisti diversi; solenni funerali a l’Aquila dove sono conservate le spoglie di Bernardino; la chiesa di Pelos di Vigo di Cadore e alcune delle opere che vi sono conservate.