di RENATO BONA
Oggi quinta e penultima tappa fra gli Itinerari del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, “accompagnati” dal libro-guida di Tiziano De Col e Maurizio Olivotto (realizzato nell 2001con il contributo dell’Unione Europea, programma Leader II – Fondo Fesr): “La montagna dimenticata. Vie militari e antiche strade di minatori”, Duck Edizioni (stampa Promoduck di Santa Giustina, presentazione del presidente del Parco, Valter Bonan), per conto dell’Ente Parco, col coordinamento di Zollet service scarl su progetto grafico e consulenza paesaggistica dell’architetto Lidia Rui, immagini dell’archivio don F. Tamis, Club Unesco Rivamonte, O. e T. De Col, M.L. De Donà, G. M. Gambaretto, F. Isma, M. Miana, Monestier, M. Olivotto, Preloran, I. Ren, L. Rui, E. Tazzer, Foto Zanfron; cartine dell’Istituto geografico militare; in copertina: “Sbocco di una galleria lungo la nuova strada di Val Cordevole, veduta verso Agordo”, del 1920 circa, collezione privata G. Moreno Gambaretto – M. Laura De Donà, Belluno. Hanno collaborato: Nevio De Col, Roberto De Bacco, Gruppo archeologico agordino Arca, G. Moreno Gambaretto e M. Laura De Donà, Vigilio De Zanche, Fabiano Isma, le amministrazioni comunali di La Valle, Rivamonte e Gosaldo, il Club Unesco di Rivamonte. I due valenti autori proponevano nella guida (“per ripercorrere la storia dei minatori e dei militari che in queste montagne hanno vissuto, sofferto, lottato, sparato. Prima che il tempo ne cancelli per sempre le tracce”) sette tappe che qui di seguito succintamente indichiamo, lasciando ai singoli appassionati l’eventuale approfondimento grazie magari ad un’esperienza diretta sul campo: 1 Forcella Moschesin-Forcella Póngol (da Pian di Càlleda seguendo il tracciato dell’Alta Via numero 1, in due ore di cammino si raggiungono i 1940 metri di Forcella Moschesin, oppure in 3 ore da La Valle Agordina per Malga Foca mentre dal versante zoldano si percorre la pista forestale della Val Prampèr con un’ora di cammino; lo sviluppo è di 5,6 chilometri (3,4 per la variante bassa), i dislivelli di 630 e 305 metri); 2 Forcella Póngol-Tornèr (oltre che per gli itinerari descritti nella tappa precedente, Forcella Fólega e Forcella Póngol sono agevolmente raggiungibili da La Valle Agordina per i sentieri Cai 542-545 in 2 ore e mezza circa; lo sviluppo è di 11,4 chilometri il dislivello di 1063 metri,percorrenza in discesa in 4 quattro ore e mezza, in salita 6 ore, scarsa disponibilità di acqua e niente luoghi di sosta attrezzati); 2A Forcella Póngol-La Muda ( lunghezza 5.800 metri con 1066 di dislivello, pendenza media 19 per cento circa, tempo di percorrenza: 2,5-3 ore in discesa, 4 in salita, sentiero facile che segue la mulattiera militare con numero Cai 545 e 546; una sola sorgente in prossimità della Valle del Cristo); 3 Tornèr-Valle Imperina (Le Miniere) ha uno sviluppo di 11 chilometri, dislivello di 887 metri in salita 776 in discesa, tempi di percorrenza: Tornèr-i Castèi mezz’ora, I Castèi-La Mandre 4 ore, Le Mandre-Valle Imperina 2 ore e mezza, tappa decisamente facile); 4 Valle Imperina (Le Miniere)-Forcella Franche (inizia nel paese Ponte Alto ed ha uno sviluppo di 3 chilometri con dislivello di 410 metri, tempo di percorrenza due ore e mezza in salita, 2 in discesa; il percorso non presenta particolari difficoltà); 5 Forcella Franche-Titèle (acceso al valico, sviluppo di circa 4 chilometri con dislivello di circa 400 metri; percorrenza: un’ora e mezza in discesa, due ore in salita, non si segnalano difficoltà particolari); 6 Titèle-Miniere di Vallalta (sviluppo di quasi 4 chilometri e dislivello di 320 metri tempo di percorrenza 1ora-un’ora e mezza in salita, 1 ora in discesa la tappa non presenta alcuna difficoltà). Concludiamo richiamando il passo del presidente Bonan in cui sottolinea che: “… il percorso, denso di significative testimonianze di vita e di lavoro, presenta segni a volte evidenti e a volte labili di attività importanti che condizionarono la storia sociale ed economica delle popolazioni locali: i manufatti realizzati a scopo militare e quelli necessari alle attività minerarie e metallurgiche ‘raccontano’ l’evoluzione del rapporto tra gli uomini e tra l’uomo e le risorse naturali, rapporti indubbiamente complessi e caratterizzati da continui mutamenti…”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro-guida”La montagna dimenticata”): la copertina della pubblicazione; i ruderi del fortino di Forcella Moschesin; Grande Guerra: cannone da 210 mm. in posizione; il percorso del sentiero sul versante nord del monte Zèlo; il cippo con l’anno di costruzione della strada che sale alla Sella dl Col dei Ciòt e il bunker delle Mandre; Forcella Fòlega e sullo sfondo vero nord la Moiazza; il Talvena e le Cime delle Rosse dall’osservatorio; il vecchio ponte dei Castèi e la Pissa nei primi anni del ‘900; vecchia immagine della stretta dei Castèi; minatori all’imbocco della galleria Magni; l’antica galleria di Santa Barbara ed il sostegno per il canale dell’acqua; il cippo confinario di Forcella Franche; il solatio versante di Ren e Coltamài; la zona di Marcùz-Botter prima dell’alluvione del 1966; minatori di Vallalta.