FELTRE L’Ente Parco si difende dopo le accuse del consigliere Fabio Rufus Bristot di non avere fatto nulla per salvare il cervo prigioniero nella forra in Valle del Mis. “Nessun divieto al salvataggio dell’animale, chi di competenza è stato allertato” lo spiega il presidente Ennio Vigne. L’animale non sarebbe morto di stenti ma abbattuto come da suggerimento del veterinario poiché aveva una lesione ad una gamba ed era debilitato dalla prigionia in forra.
“strumentale polemica sul divieto di praticare il torrentismo all’interno del Parco”
L’ente Parco ha ricevuto da un privato la segnalazione, tramite e-mail, della presenza di un cervo in difficoltà all’interno della Val Soffia, segnalazione è stata immediatamente girata dall’ente al reparto carabinieri del Parco, che svolge istituzionalmente le attività di sorveglianza nell’area protetta. L’intervento il 16 agosto, due giorni dopo la segnalazione sui social. Sono intervenuti sul posto, assieme ai carabinieri forestali, i vigili del fuoco di Belluno, gli agenti del corpo di polizia provinciale e un veterinario di Feltre dell’Ulss 1 Dolomiti. Nessun mancato intervento, nessun divieto di intervenire per salvare il cervo.
Franco De Bon, consigliere provinciale delegato a caccia e pesca: “Serve aprire una riflessione sul tema del soccorso alla fauna selvatica, un tema di grande emotività ma che investe anche parecchi aspetti giuridici. E paradossalmente, anche sembra brutto dirlo così, nei casi irrecuperabili l’eutanasia è la soluzione migliore per evitare sofferenza all’animale”.