di Luisa Manfroi
Riscoprire e conoscere le frazioni dei paesi grazie ai dipinti murali. Non è un progetto nato a tavolino e a priori ma la conseguenza naturale della curiosità suscitata dopo che è stato realizzato un nuovo murale. Saranno forse i colori che vivacizzano l’ambiente o forse i contenuti che in genere riassumono le peculiarità dell’abitato, sta di fatto che il numero dei visitatori si fa notare. È stato così ad Agordo per i graffiti di Dunio a “le Ville”, Toccol, Prompicai e Parech, per i murales su case private a Somor e Villotta (Falcade), a Carfon (Canale), a Zoldo, in altre località e probabilmente sarà così anche per Bogo (Cencenighe) a 1.194 metri s.l.m. Qui la vista spazia tutt’attorno alle montagne circostanti: da sud ad ovest con lo Spiz de medodì (Cime d’Ambrusogn), il monte San Lucano, la Palazza, il Col dal Pez e Cima Pape (Spiz de la Cros). A nord si riesce a vedere il Cernèra e a est tutta la dorsale del Pelsa, il Framont e in fondo, la Gusela di Vescovà, nel gruppo dello Schiara, e il Zelo, a chiudere la valle del Cordevole. È a Bogo che Dunio ha da poco ultimato il dipinto “Agli Antichi…” sulla parete esterna di una casa privata. Un’opera eseguita con la tecnica della pittura a secco con pigmenti sciolti in acqua ben visibile sia per le dimensioni di oltre cinque metri quadrati (m 1,60 X 3,50), sia per la posizione limitrofa al “capolinea” della comunale che si ferma nella piccola piazzetta per lasciare il posto al vecchio sentiero di collegamento con la frazione più alta di Cioit (Chioit) e quindi, a salire, alla rete di tracciati che porta anche a Cima Pape. Ma chi sono “gli Antichi” richiamati nel titolo? Per Dunio sono coloro che ci hanno preceduto. «Ogni luogo ha i suoi ”Antichi” e le loro gesta talvolta non sono tanto remote poiché, per alcuni di noi, sono ancora impresse nella memoria tramandandoci sapienza e saggezza. Spesso dimentichiamo la lezione del passato perché oggi pensiamo di essere “moderni” e tendiamo a non considerare ciò che è stato, dimenticando che le importanti esigenze di una volta sono le stesse di oggi: la fame, gli affetti, la comprensione, il lavoro, la salute… Ecco che un dipinto diventa un omaggio e un gesto di riconoscenza.» Ma “gli Antichi” fanno pure riferimento a un’omonima via aperta a fine maggio del 1981 lungo la parete sud-ovest della Seconda Pala di San Lucano dagli alpinisti Lorenzo Massarotto e Ettore De Biasio. I puntini di sospensione presenti nel titolo contribuiscono a dare un senso di indefinito che invece appare molto chiaro osservando il murale raffigurante a sinistra un antenato, il vecchio proprietario dell’abitazione con binocolo e alpenstock che sembra osservare compiaciuto le donne di famiglia rappresentate a destra intente nella filatura e nella preparazione delle suole degli “scarpét”, le calzature di stoffa con la suola trapuntata. Al centro, le bambine di casa intrattengono nel gioco “quattro gatti”, espressione che rimanda ai pochi abitanti effettivamente ora residenti per tutto l’anno a Bogo sullo sfondo dell’anfiteatro che va dalle Pale di San Lucano fino al Pape e delle case del villaggio con i terreni dove venivano praticate le attività agricole un tempo fondamentali per la sopravvivenza in queste località. Questo lavoro dell’artista di Falcade saprà sicuramente attirare il dovuto interesse come hanno fatto del resto altre pitture murali, eseguite con varie tecniche, presenti sui muri esterni delle abitazioni opera non soltanto di Dunio ma anche di altri autori che il fotografo e videomaker Emilio de Castello valorizza e porta a conoscenza ormai da anni nelle sue puntate della trasmissione televisiva “Andar per Murales” in onda su TeleBelluno.
******