di RENATO BONA
BELLUNO Siamo giunti alla quarta proposta delle sei che Emanuela Rollandini suggerisce nel libro-guida “La pittura dell’Ottocento nel Bellunese. Itinerari”. E’ quella che porta da Cortina d’Ampezzo a Villanova di Borca di Cadore” e che, come le altre, per dirla con la stessa Rollandini, propone “una selezione di affreschi, pale d’altare e dipinti da cavalletto che vuole dare conto dei molteplici interventi pittorici ottocenteschi diffusi sul territorio, concentrando l’attenzione sulle presenze artistiche di maggior rilievo”. E proprio per questo la pubblicazione prende in considerazione anche alcuni fondamentali cicli di affreschi conservati in residenze private non accessibili al pubblico. Una puntualizzazione: ogni percorso può essere seguito nell’arco di una giornata, addentrandosi in un territorio che rivela tesori d’arte e paesaggi incantevoli, cari allo spirito romantico di Giovanni Battista Zannini che nel 1852 descriveva “vedute bellissime, che variano ad ogni volgere di ciglio”. Si parte della chiesa dei santi Filippo e Giacomo a Cortina d’Ampezzo dove è presente il cortinese Giuseppe Ghedina (1825-1896) con: “Madonna con il Bambino e i Santi Rocco e Sebastiano”, affresco del 1853; “Predica di San Giovanni Battista” affresco del 1854; “Trinità” affresco del 1859, e “San Giuseppe con il Bambino” 1890 circa, olio su tela. Rollandini ricorda che Ghedina tornava nel paese natale nel 1853, dopo l’Accademia di Belle Arti a Venezia ed i soggiorni di studio a Monaco di Baviera e a Roma; “probabilmente con l’intento di presentarsi alla committenza locale, si offriva di dipingere la ‘Madonna con il Bambino e i Santi Sebastiano e Rocco’ per la chiesa parrocchiale, chiedendo di essere ricompensato del solo costo dei colori”. Restiamo nel centro ampezzano per ricordare un altro nativo: Luigi Gillarduzzi (Cortina 1822-Vienna 1856) autore di “Cristo deposto”, olio su tela della metà del secolo XIX, “con le figure che si affollano sul primo piano. Così da portare lo spettatore a diretto contatto con il dramma della deposizione…”. E torniamo a Ghedina anzi ai Ghedina visto che Giuseppe coinvolge il fratello Luigi (Cortina 1829-1900) nella decorazione ad affresco della casa di famiglia denominata “Casa de i pupe” con le pareti esterne in cui sono raffigurate scene di genere a rappresentare l’età dell’uomo e allegorie del commercio, delle arti, della musica e del progresso e illustrazioni relative al ciclo della vita. A Cadin, per la chiesa della Beata Vergine della Salute, Giuseppe Ghedina (lo storico prof. Flavio Vizzutti lo ricorda così: nacque a Cortina d’Ampezzo il 1. marzo 1825 da Gaetano, proprietario del rinomato albergo Aquila Nera, e da Maria Rosa Di Pol, primo di undici figli. Grazie al benessere economico della famiglia, nel 1838 si iscrisse ai corsi dell’Accademia di belle arti di Venezia e, l’anno successivo, venne segnalato per la ‘copia della figura’. Allievo di Ludovico Lipparini, Michelangelo Grigoletti e Francesco Lazzari, negli esami annuali riportò segnalazioni e premi tanto da essere annoverato tra i migliori studenti. Da tali maestri mediò l’amore profondo per la ritrattistica alla quale seppe sempre conferire un personale tono di pacato intimismo e di partecipazione psicologica. Conobbe e apprezzò anche la cultura artistica tedesca coeva tramite il fratello Luigi, che nel 1847 si era recato in Germania per frequentare l’Accademia di belle arti di Monaco di Baviera…) realizza tra il 1895 ed il 1896 l’affresco “Madonna con Bambino e devoti” “ultima opera in cui Ghedina si mantiene fedele ai principi del disegno accademico e ad una rigorosa e simmetrica impostazione compositiva”. Lo stesso artista interviene anche nella chiesa di Santa Giuliana ad Alverà, dipingendo nella seconda metà del XIX secolo, l’olio su tela “Madonna con Bambino”, un ex voto della locale comunità salvata dai ripetuti smottamenti che minacciavano la zona a partire dal 1841. Ci spostiamo in territorio di Borca di Cadore e nella chiesa di Villanova, intitolata a San Lorenzo “incontriamo” Tommaso Da Rin (Vigo di Cadore 1838-Venezia 1922), autore dell’olio su tela con la “Madonna della Salute e i santi Tommaso di Villanova e Lorenzo” del 1890 circa. L’autrice evidenzia come Da Rin “ha impostato la sua composizione con i palesi richiami alla pittura veneta del Cinquecento sia nella posizione reciproca delle figure, sia nella scelta dell’abside rinascimentale che accoglie il gruppo sacro. I personaggi acquistano però una presenza fisica improntata ad un più manifesto realismo, particolarmente evidente nei volti espressivi dei santi, caratterizzati come ritratti dal vero. San Lorenzo, titolare della chiesa…”. E conclude l’itinerario segnalando: “A Cortina la è’Resurrezione dei morti’ di Cosroe Dusi (post 1834) nella cappella del cimitero; il ‘Ritratto del padre’ e il ‘Ritratto della madre’ di Giuseppe Ghedina, presso il Museo d’arte moderna Mario Rimoldi; dello stesso autore ‘Donna veneziana’ e ‘Donna ampezzana’ nella collezione della Cassa Rurale e Artigiana, e ‘L’Austria riceve l’omaggio del Tirolo e dei tiratori ampezzani’ presso la sala del Consiglio del Palazzo municipale; nella chiesa di San Lorenzo a Vinigo, poco oltre Borca, le pale con ‘San Rocco’, ‘Sant’Osvaldo’, ‘Madonna con Bambino e i santi Lorenzo e Giuliana’”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro-guida “La pittura dell’Ottocento nel Bellunese. Itinerari”): la chiesa dei santi Filippo e Giacomo a Cortina; “Madonna con Bambino e i Santi Rocco e Sebastiano”; “Predica di San Giovanni Battista”; “Trinità”, tutti di Giuseppe Ghedina; la “Ciasa dei pupe” con i lavori dei fratelli Giuseppe e Luigi Ghedina; un particolare dell’affresco; il “Cristo deposto”, di Luigi Gillarduzzi; chiesa della Beata Vergine della Salute di Cadin; “Madonna con Bambino e devoti” di Giuseppe Ghedina; chiesa di Santa Giuliana ad Alverà; “Madonna con il Bambino” pure di Giuseppe Ghedina; chiesa di San Lorenzo a Villanova di Borca di Cadore; “Madonna della Salute e i santi Tommaso di Villanova e Lorenzo”, di Tommaso Da Rin.