BELLUNO La Pasqua in “zona rossa” penalizza le attività artigianali. Soprattutto quelle che in concomitanza con le festività solitamente vedono aumentare il giro d’affari. Quest’anno – come nel 2020 – a risentirne saranno soprattutto le pasticcerie. E Confartigianato Belluno lancia l’allarme. «Abbiamo subito perdite notevoli nell’ultimo anno. Da Pasqua a Natale 2020 abbiamo dovuto chiudere nei periodi più produttivi. E adesso siamo di nuovo con le attività ferme, o quasi – afferma Cristiano Gaggion, presidente dei dolciari di Confartigianato Belluno -. In un anno non è cambiato praticamente nulla. Siamo andati avanti a tentativi, abbiamo lasciato aperto alcuni settori a scapito di altri. E non ha funzionato. Allora proviamo a chiudere la grande distribuzione e tenere aperti i piccoli negozi. Poi vediamo come va». Si tratta di una provocazione, ma che ha una sua logica. «I negozi e le attività artigianali devono lavorare soltanto con l’asporto, mentre i maxistore possono tenere regolarmente aperto. Significa che la gente non può comprare l’uovo di Pasqua in pasticceria, perché la zona rossa impedisce gli spostamenti. Ma lo trova al supermercato e compra quello industriale – continua Gaggion -. Non si tratta solo di concorrenza sleale: c’è anche il rischio di innescare nuove abitudini nei consumatori, a scapito delle piccole attività e degli artigiani». Attività che hanno subito perdite notevoli nell’ultimo anno, per il settore dolciario tra il -50 e il -80%. Anche di più in alcune zone. L’asporto non è sufficiente a riequilibrare le chiusure. In questo periodo, prima che scattasse la nuova “zona rossa”, quasi tutti avevano fatto il rifornimento di cioccolato per le uova di Pasqua. “Credo che molti dovranno buttare gran parte della materia prima” conclude il presidente Gaggion