LA RIFLESSIONE DI CLAUDIO PRA, CONDUTTORE DELLA TRASMISSIONE “LA MONTAGNA NEL CUORE, 360 GRADI DI PASSIONE”.
una riflessione sul senso di andare in montagna, lontano dal turismo di massa che in molti vogliono.
di Claudio Pra
Mi rendo conto che l’argomento è spinoso e il titolo provocatorio, ma spero di spiegarmi bene. Qualche settimana fa ho assistito a Sospirolo ad una bella serata dedicata all’alpinista quasi novantenne Adriana Valdo e al suo legame con i Monti del Sole. Verso la fine dell’incontro è salito sul palco il Presidente del CAI di Feltre, che ha raccontato di aver incontrato tempo prima due olandesi diretti proprio sui Monti del Sole. Incuriosito ha chiesto loro come avessero saputo dell’esistenza di quel luogo sperduto e per niente famoso. La risposta è stata : -abbiamo digitato sul motore di ricerca MONTAGNE SELVAGGE”. Quindi i due erano alla ricerca di un luogo considerato raro, che hanno trovato proprio qui da noi. Un tesoro da preservare, ha concluso il Presidente, anche se la morfologia lo difende comunque bene. Da non addomesticare con cordini o altro, per non ritrovarselo invaso, un luogo che l’alpinista medio deve conquistarsi, dove vivrà sensazioni ormai quasi dimenticate. Il convinto applauso in sala ha testimoniato che eravamo tutti d’accordo. Dopo la serata ho discusso dell’argomento con un amico arrampicatore che a sua volta mi ha raccontato di aver incontrato tra le nostre montagne meno famose escursionisti provenienti da Merano, che erano alla ricerca di luoghi poco affollati ed ancora incontaminati che di là, nelle famose e invidiate regioni autonome, non si trovano quasi più. Lì è ormai quasi tutto segnalato, tutto alla portata, tutto reso facile a tutti. Tanta gente, tanto chiasso, rifugi ovunque e l’andare in montagna che perde il suo vero significato, che invece qui da noi ancora resiste. Ovviamente in montagna ci deve essere spazio per tutti, ed i luoghi adatti ad un escursionismo semplice, aiutando anche le persone a raggiungerli, ci sono. Ma a mio avviso l’accesso a posti particolari e non adatti alla massa devono essere frequentati da chi è capace di farlo. Non è vero che la montagna in generale è per tutti. Per me (ma per chi non lo è) sarebbe un sogno salire lungo la parete nord-ovest della Civetta, ma non ne sono capace e mi devo accontentare di ambienti più modesti, arrampicando su gradi bassi. Ma già accedere a questi ambienti è stata un’ esperienza incredibile, che mi è costata anni di frequentazione e fatica, con l’esperienza che è aumentata man mano fino a portarmi ad un livello che mi permette di andarci. Ed è fantastico conquistarti nel tempo con le tue forze e senza aiuti cime o posti particolarissimi, banali per gli arrampicatori più bravi ma che per te da sogni si trasformano in realtà. Respirarne l’aria, assaporarne il silenzio, viverli come un esperienza che ti lascia dentro qualcosa. Continuo a pensare che questo sarà il futuro, andare alla ricerca del passato e delle sensazioni che si vivevano prima del turismo di massa. Se sapremo proteggere la nostra montagna sarà possibile farlo e risulterà un fattore vincente. Ma siamo tutti d’accordo?