di Mirko Mezzacasa
AGORDOE’ giusto e soprattutto istruttivo insegnare ai bambini della scuola primaria a fare acquisti in rete? E’ una domanda che si stanno ponendo i genitori ma non solo, anche coloro che da tempo insistono per combattere lo spopolamento della montagna, così come la continua chiusura delle attività commerciali. Agordo con i Comuni periferici ne è l’esempio concreto. A Taibon negli ultimi mesi hanno chiuso pizzeria, negozio per animali, edicola, panificio, alimentari, ferramenta e non è purtroppo finita perché a fine anno se ne andrà anche la banca, fortunatamente fa da contraltare l’apertura di un nuovo centro estetico e le parrucchiere di San Cipriano che traslocano in locali più ampi. Nel capoluogo non va meglio con la chiusura dei negozi di via Cesare Battisi (quando la Bussola Calzature abbasserà la serranda rimarrà solo un’agenzia immobiliare in quella triste via biglietto d’ingresso per l’Agordino) o quelli della contrada dei Signori ormai priva di tante attività nonostante nessuno intervenga su quel tabellone difronte alla Farmacia, in ferro battuto, pieno di bugie, purché non lo si voglia far passare per il Monumento ai Caduti (dove a “cadere” sono le attività commerciali). Nonostante questo continuo stillicidio le maestre insegnano ai loro alunni ad accendere il computer, entrare in rete e acquistare su Amazon con un click, altro che sorriso dell’esercente. Amazon: un’azienda di commercio elettronico statunitense, con sede a Seattle nello stato di Washington, la più grande Internet company al mondo. Nel ciclostilato che i bimbi hanno messo in cartella e portato ai genitori il marchio Amazon compare ben 9 volte, da far concorrenza alla miglior campagna pubblicitaria dei tempi moderni. La giustificazione: una percentuale (2,5% di quanto speso) verrà donata alla scuola che ha aderito all’iniziativa “Un click per la scuola”, peraltro importante campagna che ha messo in atto anche la locale catena di supermercati del territorio Walber (SuperW…). La scuola una volta a conoscenza di quanto introitato sotto forma di carta di credito userà il denaro per richiedere i prodotti per la scuola. Quindi anche la scuola snobba il tessuto commerciale locale servendosi della catena statunitense. E’ giusto? E’ corretto? Fa bene al territorio? E’ un buon insegnamento per gli studenti? A queste domande dovrebbero rispondere genitori, insegnanti e soprattutto dirigenti scolastici, ma anche coloro che nelle istituzioni si riempiono la bocca contro lo spopolamento e la chiusura dei negozi. E’ anche vero però che pochi (eccetto l’esempio Walber) si stanno dando da fare per incrementare i loro affari con offerte attrattive per il cliente come al contrario sta facendo Amazon. Per fortuna che ancora non esiste la scuola on line direttamente da casa con un click e l’insegnante virtuale, altrimenti anche le maestre avrebbero i loro bei grattacapi a far quadrare i numeri e formare le classi, ma in futuro chissà…
Il comunicato a firma “le insegnanti”: “La nostra scuola aderisce all’iniziativa AMAZON un click per la scuola. Nel sito di AMAZON si legge: Ogni volta che acquisti AMAZON dona alla scuola. Ordina come sempre, AMAZON donerà il 2,5% della tua spesa a una scuola a tua scelta con il credito virtuale senza costi per te. Come funziona? Scegli la scuola che vuoi supportare e accetta i termini e le condizioni per partecipare all’iniziativa. Acquista su AMAZON. Ordian su AMAZON proprio come fai sempre, con l’account che usi di solito. Tutti i prodotti venduti e spediti da AMAZON sono idonei per la donazione. AMAZON dona alla scuola. AMAZON dona alla scuola il 2,5% dell’importo sotto forma di credito virtuale, che la scuola userà per richiedere i prodotti di cui ha bisogno dopo aver confermato la partecipazione all’iniziativa”.
“Un primo commento di un genitore: “Questo bel messaggio di altruismo arriva dalla scuola primaria di Agordo e viene distribuito in tutte le famiglie, invogliando gli acquisti on line e non solo, vengono pure pulite le coscienze perché, mentre acquisti, stai “donando” alla scuola dei tuoi figli, nipoti, amici. È così che reagisce la scuola di Agordo contro le ennesime “serrande chiuse”. Contro il chiacchiericcio di strada che accusa la morte commerciale e turistica di un paese, di una vallata. Amazon, ripetuto per ben 9 volte nel comunicato, “dona” il 2,5% della tua spesa on linea alla scuola da te prescelti. Poco importa che il paese sta morendo, ma si, chi se ne frega dei principi! Insegnare ai propri figli ad amare e valorizzare il territorio è un lavoro arduo che ha tante sfumature, questo,la scuola in primis, dovrebbe saperlo”.
ELISA “Io uso Amazon per comprare quello che non trovo, se non spostandomi a Belluno. Ora bruciatemi pure sul Rogo, quale adepta del Demonio! E’ più semplice dare la colpa ad un colosso come Amazon che analizzare la situazione dei negozi che chiudono!!! E magari fare qualche mea culpa… Ma soprattutto.. qualcuno si è mai chiesto perché i negozi non riaprono? Ricordatevi che Amazon non vende ne servizi ( parrucchiere , estetiste ) né alimentari, ne’ abbigliamento , né calzature”.
ROBERTA Ormai Amazon vende ormai anche cibo, scarpe e vestiti….gli mancano solo i servizi. Quel che quasi nessuno sa, è che commercianti e artigiani possono vendere su Amazon, e spesso molto più che a clienti che entrano fisicamente in negozio. Non si può demonizzare e puntare sempre il dito all’esterno…ormai questa è una realtà, ed i vantaggi sono innegabili. Sopratutto in una provincia vasta e geograficamente complicata come Belluno, dove per comprare qualche articolo poco comune devi girare come una trottola, acquistare da un sito e farsi recapitare la merce a casa, è un vantaggio non da poco. Se aggiungiamo che magari troviamo su Amazon lo stesso articolo che abbiamo visto in negozio ad un prezzo di molto inferiore, abbiamo messo la ciliegina sulla torta. Però ripeto: è inutile demonizzare una realtà ormai consolidata e immutabile….cerchiamo di usarla a nostro comune vantaggio, piuttosto.
ARGENTO Amazon vende praticamente di tutto, ancora non ti manda l’estetista e la parrucchiera in casa, ma per il resto credo vendano l’impossibile. Questi colossi che comunque è risaputo da tutti che non pagano tasse in Italia, saranno dopo i centri commerciali, coloro che faranno chiudere gli ultimi negozi storici del bel Paese. E bravi che si nascondono dietro il 2,5 % di donazioni alle scuole, sanno anche come colpire.
FIRMATA Le corna di Amazon sono sulla testa di tutti…non incensiamoci attribuendoci crociate che non facciamo.
Le serrande non chiudono per Amazon, chiudono perché non c’è voglia, non c’è progetto né prospettiva. Facciamoci delle domande…perchè in uno dei supermercati di Agordo c’è un Amazon Locker? Non ha paura questo supermercato di andare fallito se la gente compra su Amazon? O il supermercato sa che fornire un servizio a delle persone che passano fuori casa molte ore ricevendo una consegna sicura “paga”? Quelle persone non comprano il latte o la pasta su Amazon, comprano un oggetto che non trovano sul posto, il supermercato sa che la persona passerà li per il ritiro e intanto farà la spesa, come sa che offrire il prodotto locale paga perchè alcuni cercano quello. Questo vuol dire usare i cambiamenti dei mercati in modo intelligente. Il supermercato una volta era una bottega, piccola, le persone dentro quella bottega non sono state ad aspettare che qualcuno entrasse “per piacere” ha intercettato il mercato, e fatto proposte, a suo rischio. Facciamoci un esame, chiediamoci se sia più comodo accusare l’e-commerce o la mancanza di imprenditorialità? Di iniziativa? Chi va a dire in faccia a chi affitta un negozio a un prezzo esorbitante che sta soffocando l’inziativa (se ci fosse) di un giovane e lo sviluppo di un paese? O per questo mancato filantropo si rispetta il principio che ognuno con i suoi soldi fa quel che vuole? E’ peggio il demoniaco Amazon che consente l’acquisto di un oggetto (che magari non trovo nel raggio di 40/60 km) o le corna spuntano sulla testa di chi vuole 800 euro per l’affitto di un locale in un deserto di paese senza nemmeno avere bisogno di quel denaro, perchè se cosi fosse quella serranda sarebbe alzata già da un po’? Per cui per favore…demonizziamo le tecnologie, i mercati, l’educazione ecc quando nel nostro piccolo avremo fatto di tutto e azionato la solidarietà anche economica…non spariamo verso il cielo convinti di uccidere Dio che ci ha mandato in malora il raccolto con la pioggia, perchè sembriamo più ignoranti che matti.
… il dibattito continua sulla pagina facebook RADIO PIU CLICCA QUI
Ovviamente se le insegnanti o i dirigenti scolastici o i genitori o coloro che si alzano ogni mattina per prestare servizio al territorio volessero aggiungere il loro parere a RADIO PIU’ troveranno porte aperte.