di Alessandro Savio
La vecchia fontana situata al centro della piazzetta di San Cipriano era di forma circolare, realizzata in pietra locale e di fattura abbastanza semplice con un piantone centrale sormontato da un abbellimento a tronco di cono e due getti d’acqua con tubo metallico. Serviva principalmente per l’approvvigionamento pubblico dell’acqua e per abbeverare il bestiame in quanto ai tempi le stalle e le abitazioni erano sprovviste di acqua corrente. Da alcune immagini d’epoca , anche antecedenti alla grande alluvione che colpì duramente l’Agordino nel 1882 , non si intravede la fontana, probabilmente realizzata verso la fine del 1800 come gran parte delle fontane di Taibon costruite da scalpellini locali , rinomati per la manualità e professionalità riconosciuta negli anni (Taibon paese di Malgari e di Scalpellini). Fu in seguito alla alluvione del 1966 che la fontana venne abbattuta e andò a finire nel torrente Cordevole assieme al materiale di riporto per colmare l’erosione dell’acqua arrivata fino al ciglio della piazza. L’alluvione si portò via anche l’edificio adibito ad abitazione e osteria di proprietà del maestro Mario Buttol , ed il Cordevole arrivò a lambire le abitazioni di San Cipriano con l’asportazione completa della via Aivata. La fontana venne poi ricostruita nei primi anni del 2000, in concomitanza all’importante restauro della Chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano e della realizzazione della passeggiata lungo il Cordevole. Le opere vennero inaugurate il 15 Luglio del 2006 e la Chiesa venne riconsacrata dal Vescovo Brollo il 16 Settembre del 2006 , giorno del patrono di Taibon. Per onestà intellettuale vorrei però allargare il tema della fontana pur importante ma marginale rispetto ad altri eventi , e chiedere dove era la popolazione di San Cipriano quando la Chiesa venne ridotta ad un deposito di cartone della ditta Pastalegno, dove era la popolazione quando i ragazzi giocavano nella piazza con le canne dell’organo di Antonio Callido risalente al 1802 di valore inestimabile, quando giocavano con le vesti sacre o con gli ornati in legno dorato degli altari del 1600 realizzati dai maestri scultori Costa di Forno Val , o quando vennero asportati gli arredi e l’orologio del campanile. E dove era la popolazione di Taibon quando fu demolita la fontana in pietra di via Agner sostituita con un anonimo lavatoio in cemento ed i pezzi pregiati in pietra forse fanno bella vista in qualche giardino privato. E’ chiaro che erano tempi e contesti diversi, che le opere d’arte , pur vincolate da una legge del 1939 venivano poco considerate. Per concludere vorrei inoltre segnalare che fortunatamente non è andata in porto la proposta della Comunità Montana Agordina di trasformare la Chiesa di San Cipriano in museo storico della Vallata (articolo apparso sul Gazzettino il 4 Agosto del 1988) E allora guardiamo qualche volta anche il bicchiere mezzo pieno e godiamoci quel bellissimo restauro della Chiesa dei SS.Cornelio e Cipriano risalente al XII secolo con la speranza di poter conservare degnamente le opere d’arte che i nostri avi ci hanno lasciato e che noi abbiamo solo in prestito da tramandare ai nostri figli. Per sdrammatizzare come diceva un amico di Mirko di Radio Più parafrasando un Governatore del Veneto : Forse avrò fatto arrabbiare qualcuno, ma….ragioniamoci sopra.
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