IL RITORNO AD AGORDO TRA STUDENTI ED EX STUDENTI DEL FOLLADOR
un’occasione per ascoltare i racconti di un grande professionista italiano
dell’ex studente Manuel Conedera
AGORDO Sabato mattina in sala Don Tamis si è tenuta una interessante conferenza dell’esplosivista, perito minerario del Follador, Danilo Coppe. Il tema era l’abbattimento controllato delle parti restanti di una delle strutture progettate dall’ingegnere Morandi, purtroppo resa tristemente famosa per il suo cedimento e la conseguente morte di 43 persone. Molteplici le “rogne”, le difficoltà, che l’esplosivista ha dovuto affrontare. Solo per citarne alcune: il periodo particolarmente caldo che ha reso il lavoro delle varie squadre un inferno; l’esplosivo che soffriva l’elevate temperature trasudando, la conseguente decisione di salvaguardarlo immergendolo in acqua, ridimensionando poi la quantità totale dello stesso, in eccesso, a causa della perdita di potere dirompente causata dalla dissoluzione in acqua di alcune sostanze che lo compongono; e ancora, le problematiche delle normative e del reperimento del materiale per realizzare e ottenere il lavoro migliore sia per efficienza che per sicurezza; i tempi stretti dettati da alcuni enti del territorio che caricavano di un ulteriore peso, a volte eccessivo, la realizzazione dell’opera; il fermo di alcuni giorni in Francia dei particolari ed essenziali detonatori elettrici partiti dalla Spagna, senza un particolare motivo; la fragilità del cavo principale che dava il segnale a tutte le cariche; il dover gestire la grande quantità di acqua per evitare la movimentazione di polveri durante lo sparo; il non dover rovinare le strutture autostradali collegate; la pressione mediatica, inopportuna, del giorno prima e gli imprevisti dell’ultimo giorno come la signora che non voleva andarsene dall’interno della sua casa troppo vicina al cantiere. Infine, i tempi stretti, strettissimi, prima di premere quel pulsante per mettere fine a quella importante e complessa fase di demolizione.
Nella parte conclusiva dell’evento numerose sono state le domande del pubblico. Da queste sono nati alcuni incisi molto interessanti riguardanti non solo il Ponte Morandi di Genova, ma anche l’utilizzo dell’esplosivo per rimuovere alcune ceppaie causate dall’evento Vaia, le stragi di Ustica e Bologna, il disastro del Vajont avvenuto lo stesso anno dell’inizio costruzione del Ponte, il 1963. Anni, quelli del Ponte Morandi e del Vajont, che sembrano ormai lontani ma che continuano a vivere nel presente e futuro delle nostre vite. Un peso, quello dell’eredità lasciataci di opere, strutture e decisioni, che dobbiamo affrontare per evitare ulteriori disastri. Un ponte, quello di Genova, che poteva e doveva essere demolito nel 2003, ma troppe erano le parti da mettere d’accordo, e così l’elastico teso deteriorato che era.. sì è spezzato improvvisamente insieme a 43 vite umane il 14 agosto del 2018.
L’evento, organizzato dall’Istituto Umberto Follador di Agordo dipartimento geotecnico-minerario, ha contato su una sala piena di persone. Fra questi molti erano gli studenti del Follador che hanno potuto ascoltare un grande tecnico e professionista di fama internazionale. Non sono mancanti i suggerimenti ai giovani: – studiate con passione ogni argomento- -quando vi si presenterà un problema da risolvere non conterà più la formula imparata a memoria e non compresa- – anche l’italiano è importante per scrivere in maniera corretta ed essere credibili- -mai farsi prendere dalle emozioni- -avere sempre pronto un piano B- etc.