L’intera tratta della Tav Torino-Lione ci costa l’1,4 per cento della spesa pubblica di un anno. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che è giunto a questo risultato incrociando i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti relativi alla spesa che dobbiamo ancora sostenere per ultimare l’opera (11 miliardi di euro), con l’importo delle uscite complessive in capo alla nostra Amministrazione pubblica previste nel 2019 (803,3 miliardi di euro).
Senza l’aiuto dell’Ue, la Tav Torino-Lione ci costa 11 miliardi
A seguito degli accordi internazionali intercorsi, secondo il dicastero guidato dal ministro Toninelli il costo dell’intera tratta della Tav Torino-Lione* ammonta a 22 miliardi di euro circa (importo attualizzato al 2018). Di cui, 9 miliardi sarebbero in capo ai francesi e 13 al nostro Paese. Tenendo conto che 2 miliardi li abbiamo già spesi e che nell’elaborazione non si considera la compartecipazione alla spesa che l’Unione europea si farà carico, per realizzare tutta la tratta ne dobbiamo ancora investire 11 (vedi Tab.1).
Se, per assurdo, ipotizzassimo di spendere questi 11 miliardi tutti nel 2019, questa uscita inciderebbe dell’1,4 per cento sul totale della spesa pubblica prevista quest’anno (pari a 803,3 miliardi di euro**).
Il sovraccosto della bolletta logistica grava sul nostro sistema Paese per 13 miliardi all’anno
“Premesso che non siamo degli economisti dei trasporti e, pertanto, non siamo in grado, ad esempio, di valutare l’impatto socio-ambientale di un’opera così importante – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – ci siamo permessi di realizzare un esercizio teorico, o meglio: una provocazione. Sebbene sovrastimati, gli 11 miliardi che dovremo spendere per ultimare l’opera sono una cifra estremamente importante. Tuttavia, se rapportati alla spesa totale che lo Stato si farà carico nel 2019, costituiscono poca cosa. Ora, il progetto può essere ridimensionato e reso meno impattante, ci mancherebbe, ma sarebbe un grave errore non realizzarlo perché ritenuto troppo costoso. Rischiamo, se l’infrastruttura verrà definitivamente bloccata, di aumentare il sovraccosto della bolletta logistica italiana che, secondo una analisi condotta qualche anno fa dal ministero dei Trasporti, grava sul nostro sistema Paese per 13 miliardi di euro all’anno***”.
Con infrastrutture europee esporteremmo 70 miliardi in più all’anno
L’Ufficio studi della CGIA ricorda che ai dati appena richiamati va affiancata anche la denuncia effettuata dalla SACE nel 2018. Secondo questa società della Cassa Depositi e Prestiti che accompagna nel mondo le nostre aziende a vendere i propri beni e servizi, la carenza infrastrutturale presente in Italia fa perdere alle nostre imprese 70 miliardi di euro all’anno di export****.
“La Tav Torino-Lione – secondo il segretario Renato Mason – va realizzata non solo perché è prevista dal contratto di governo ma, in particolar modo, perché è uno snodo fondamentale del corridoio europeo Lisbona-Kiev che, se realizzato, proietterà al centro dell’Europa dell’Est tutta l’area produttiva del nord Italia. Per un’economia che basa una buona fetta del proprio Pil sull’export, investire in infrastrutture di trasporto è una condizione indispensabile per migliorare la competitività del sistema paese. Presupposto necessario per reggere con maggiore determinazione la sfida che ci è stata lanciata dai nostri principali competitori internazionali”.
*composta dalla tratta francese (Lione-Saint Jean de Maurienne), dalla sezione transfrontaliera (tunnel Saint Jean Maurienne-Susa) e dalla tratta italiana (Bussoleno-Torino)
**spesa al netto degli interessi sul debito pubblico
***Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, “Connettere l’Italia. Strategie per le infrastrutture di trasporto e logistica”, Roma, 2017.
****Sace, “Rapporto Export 2018. Keep calm & Made in Italy”, Roma