Nuova tappa, la terza, del nostro giro attraverso le realtà del territorio bellunese, condotti dal libro “Belluno e provincia nelle vecchie cartoline” edito da Canova con le officine grafiche Longo e Zoppelli di Treviso, nel dicembre del 1975, ad iniziativa del Lions club Bellunese. Con gli storici Giovanni Fabbiani e Giuseppe Sorge che ci fanno da guida avendo scelto e commentato 157 vecchie cartoline illustrate. Stavolta proponiamo Feltre, la cui storia da quando si unì all’Italia – per dirla con gli autori del libro – “segue le orme di quella di Belluno e della provincia. Sono le stesse tappe di una conquista di traguardi che altre città venete hanno raggiunto: la viabilità, le comunicazioni, la luce, il telefono”. Poi – ricordano – come il resto della provincia, subisce alluvioni: quella del 1882, che reca danni ingenti alla città ed alla campagna; in quella del 1896 il Colmeda ostruisce il Ponte delle Tezze ed invade le vie della città fino a Porta Castaldi; quello del 1903, smuove ad Arsiè il massiccio muraglione innalzato per la difesa di quell’abitato. Ma Feltre – puntualizzano Fabbiani-Sorge – segue il progresso dei tempi e non soltanto nelle agitazioni della lotta politica, specie durante le elezioni, ma anche nelle iniziative sociali e di carattere cooperativistico… Numerose le iniziative per quanto concerne le opere pubbliche: una per tutte il Ponte sul Piave che unisce Vas e Quero nel 1913… Quindi la Grande Guerra con “metà della popolazione che, durante la ritirata del 1917 fugge dalla città mentre chi resta assiste ai mutamenti imposti dagli invasori”. E la città cambia volto anche nei nomi delle vie con la rinascimentale Piazza Maggiore intitolata a Vittorio Emanuele che diventa “Karl Platz”, Campogiorgio è “Zita promenade”, via Garibaldi sostituita da “Banhofstrasse”. Nel dopoguerra la vita riprende, sia pure lentamente, tra le precarie condizioni dei numerosi profughi mentre le amministrazioni con le limitate somme a disposizione si dibattono nei problemi della ricostruzione. Fin qui l’introduzione alla parte feltrina del libro, che non è evidentemente tutta la storia di Feltre dato che si limita al commento delle vecchie cartoline illustrate, commento che qui di seguito proponiamo. La prima immagine è intitolata Una veduta della città e reca questa dicitura: “Una veduta della città dalla stazione ferroviaria, prima che sorgessero ai lati dello stradone tante case quasi a nasconderla. A sinistra il Seminario vescovile e il campanile del Duomo”. La seconda: Feltre-La stazione ferroviaria: “La stazione ferroviaria del 1910 col monumento a Vittorio Emanuele II e a Garibaldi, con le corriere a cavalli per Primiero, Pedavena, Villabruna”. La terza: Feltre-Piazza Maggiore: “In Piazza Maggiore il 24 ottobre 1868 vengono inaugurati i monumenti a Vittorino de’ Rambaldoni e a Panfilo Castaldi; la ‘piccola città degli uomini grandi (com’ella si dice) festeggia uno dei grandi educatori del Rinascimento e, se non l’inventore, certamente il diffusore della stampa coi caratteri mobili”. La quarta: Feltre-Via Garibaldi, albergo Tre Corone: “Una caratteristica via di Feltre con un vecchio albergo. Ottone Brentari nella sua guida storico-alpina, ricorda tra i vecchi alberghi di Feltre: ‘Vapore’ di Clotilde Bruna Paoletti, ‘Luna’ di Giovanna Baratto, ‘Moro’ di Antonio Paoletti, ‘Stella’ di Luigi Ferrando, ‘Due Corone’ di Antonio Cossalter. Prezzo delle stanze da L. 1 a L. 1,50 per notte”. La quinta: Feltre-Campogiorgio e il Castello: “Feltre col castello, vista dalla parte del vecchio Ospedale, in fondo il Monte Avena. Quarant’anni fa”. La sesta: Feltre-Il mercato: “Ogni martedì a Campogiorgio aveva luogo il mercato settimanale. Nella cartolina, un martedì del 1912. L’animazione è particolarmente intensa, c’è un brulicare di persone tra gli animali che vengono contrattati. Gli alberi del viale sono appena degli arbusti”. La settima: Via delle Tezze: “la frequentatissima via delle Tezze nel 1917. Il gruppo di ragazzi, in mezzo alla via, fa parte di una scolaresca. L’insegnante, vestita di bianco, è in mezzo a loro”. L’ottava: Porta Oria: “Un altro scorcio della vecchia Feltre: via Porta Oria e le sue vetuste case nel 1918. In fondo la porta”. La nona: Feltre-Porta Castaldi: “Malgrado il cartello propagandi ‘benzina, olio, grasso per automobili’ non c’è traccia di alcun automezzo. Anzi la gente passeggia in mezzo alla strada, c’è chi si ferma e, in primo piano, anche il ronzino attaccato al carro agricolo se ne sta tutto tranquillo”.