LA VALLE Nel 1797 con l’ avvento dei francesi e del bonapartismo veniva a cessare la secolare storia della Regola della Valle (o della Val), ad essa veniva sostituita una federazione di ex Regole facenti capo ad Agordo di cui l’ attuale paese di La Valle diveniva una frazione.
Nell’ anno 1800 scoppiò una sommossa detta ” dei villici” aventi per capi Florio Bertoldi, mulattiere e Lazaro Andriolo, oste alla Muda. La rivolta venne soffocata ed i capi arrestati. Nel 1806 (con il Decreto Vicereale n 225) venne tolto dai francesi ogni potere che restava alla Regola della Valle ed i territori di pertinenza della Regola stessa passarono in amministrazione al Comune che a quel tempo era il Comune di Agordo, visto che l’ attuale Comune di La Valle era una sua frazione. I Regolieri della cessata Regola della Valle (o della Val)riuscirono a mantenere i benefici su gran parte dei beni della cessata Regola in quanto riuscirono a dimostrare agli occupanti Francesi (ed agli Austro-Ungarici che li seguirono nell’occupazione)che i beni in questione provenivano da acquisti fatti con denari propri dei Regolieri nel corso dei secoli precedenti, tanto che, sotto la Serenissima, su Duràn – Calleda – Roa – Ballanzola (Moschesin – La Foca – Folega) la Regola della Valle pagava estimo come una qualsiasi proprietà privata. Nel 1818 La Valle riuscì ancora a staccarsi da Agordo e venne istituito un nuovo Comune chiamato S.Michele di Valle, e con questo nome compare nella Carta del Lombardo Veneto del 1833 , tale Comune era retto da una Deputazione Comunale. I beni comunali furono passati in amministrazione al nuovo Comune e a quel tempo risalgono le storie paesane sugli “acquisti” che poi non erano tali di Caleda e Duran. Non furono acquisti visto che storicamente Caleda e Duran erano sempre stati della Regola della Valle (o della Val, come accennato sopra)e inoltre venivano aggregati al Comune di S.Michele di Valle i territori delle Campe e delle Ronche Grande (con Ronchet) che erano prima di pertinenza della Regola Grande di Agordo. Nel 1848 anche S.Michele di Valle fu teatro dei moti indipendentisti, con le difese organizzate alla Muda e sul Passo Duran. Tra i promotori della insurrezione contro gli Austriaci vi era anche un sacerdote di La Valle, Don Cassiano De Col ,nato a La Valle il 19 settembre 1819, il quale arrestato e confinato nel seminario vescovile riusciva a fuggire e riparare in Svizzera, (di questo Sacerdote e della sua attività contro l’occupazione Austro-Ungarica, avremo modo di scrivere in prossimi articoli). Sulla cartografia del 1866 S.Michele di Valle prendeva il nome di La Valle. Nel 1870 venne fondata la Latteria Sociale (Casèlo) , il suo primo Presidente fu Don Alessandro Valmassoni e nel 1879 (il 12 Ottobre) la Latteria ricevette un premio Governativo di Lire 229.38 con il quale la latteria acquistò caldaie ed attrezzi per la lavorazione del latte. Nel 1882 la “brentana teribile” mise in ginocchio tutta la valle di Zoldo, distrusse Malga Calleda in quel di La Valle, che era posizionata 2 chilometri circa prima del Passo, sui Pian di Calleda, appena più a valle della confluenza dell’ acqua del Sas con l’ acqua dei Roiai, in prossimità dell’attuale parcheggio dell’Alta Via n 1 e della Palestra di Roccia di Calleda, sotto l’ attuale strada provinciale. La malga era costituita da Casèra e da 2 o 3 teàz (tettoie) ove erano collocate le mucche. In quel tardo pomeriggio, le mucche erano appena rientrate dal pascolo ed erano state appena legate alle mangiatoie. Praticamente tutte le mucche furono recuperate, ovviamente morte, lungo il torrente Calleda e poi Rova, alcune anche ad Agordo, ancora legate ai “maoi” (travature delle mangiatoie dove venivano legate le mucche). Molte famiglie Lavallesi, già povere, caddero nella miseria più assoluta e molti uomini con intere famiglie, furono costretti ad emigrare all’ estero. Era il 3 Novembre 1877 quando per mano ignara di due bambini scoppiò l’incendio che distrusse Gaidon nel quale morì la moglie di Giacomo Da Roit (Foschin) che si chiamava Andreatta Cecilia. Il 23 Aprile 1888 un’ altra catastrofe, conosciuta come la “Boa de Conaia” si abbattè sulla frazione di Conaggia ed ebbe il suo compimento il 27 Aprile con il seppellimento del primo piano delle case più a monte del villaggio, si salvarono solo alcune case poste più in alto. Il materiale si staccò dalla zona tutt’ora chiamata Sofita e tutt’ora soggetta a frane come per esempio la “mota de Buscarese”. Anche di quest’ultimo argomento avremo modo di scrivere in prossimi articoli.
***