BELLUNO Era l’8 agosto del 1956 quando un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier (Marcinelle – Belgio) provocò un disastro che segnò per sempre la storia dell’emigrazione italiana. 262 vittime, provenienti da 12 diversi paesi, 136 italiani. Tra questi un bellunese: Dino Della Vecchia. La tragedia, con il suo dolore, permise tuttavia di far luce sulle deplorevoli condizioni di lavoro nelle miniere, contribuendo finalmente all’introduzione delle maschere antigas. Per il 65° anniversario di questa immane tragedia e per la “Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo” l’Associazione Bellunesi nel Mondo ha organizzato questa mattina, domenica 8 agosto, una semplice commemorazione davanti al monumento dell’emigrante presso la sede Abm in via Cavour 3 a Belluno. Non sono mancate le testimonianze dirette di chi ha fatto una vita all’estero come minatore. Presenti come sempre i gagliardetti delle Famiglie Ex emigranti e d’Italia, oltre alla partecipazione di diverse Amministrazioni comunali del Bellunese e il Gruppo alpini della città di Belluno.
«Siamo qui per ricordare, per non dimenticare – le parole del presidente dell’Associazione Bellunesi nel mondo Oscar De Bona – il sacrificio dei nostri bellunesi, veneti e italiani che nel corso di tutto il Novecento sono emigrati e hanno trovato difficoltà, sofferenza, a volte anche la morte, lontano da casa. E tutto questo per dare un futuro migliore alla propria famiglia e al nostro Paese, l’Italia».