di RENATO BONA
Ci occupiamo oggi di laghetti: quelli della Rimonta, in territorio dei comuni di Lentiai e Mel, e quello Rodela in comune di Sovramonte. Lo facciamo attingendo da due sintetiche ma davvero pregevoli pubblicazioni edite dall’Arpav (Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto) nel 2001 (stampa: Promoduck di Santa Giustina) nell’ambito del programma comunitario “Leader II” portato avanti dal Gal (Gruppo di azione locale) “Prealpi e Dolomiti bellunesi e feltrine” con le preziose collaborazioni di: Orazio Andrich, Michele Cassol, Andrea Crepaz, Andrea Dall’Asta, Fabio Decet, Raffaele Gnech, Cesare Lasen, Lando Toffolet, Michele Cassol, Elidolomiti Belluno. E presentazione a quattro mani dall’allora assessore alle politiche per l’ambiente della Regione Veneto, Renato Chisso, e dal direttore generale Arpav Paolo Cadrobbi. LAGHETTI DELLA RIMONTA. Nei territori di Lentiai e Mel il biotopo è raggiungibile attraverso la strada comunale per il campo sportivo, costeggiando il torrente Rimonta alla confluenza con il Piave per circa seicento metri. Si tratta di un ambiente fluviale con un’estensione di 14 ettari, a quota 245-250, che presenta varietà di ambienti ed avifauna con 64 specie di uccelli e dove le acque del piccolo torrente laterale Forada ed alcuni rivoli di risorgiva “si espandono in corrispondenza di avvallamenti marginali del greto, allungati e limacciosi”. Le tipologie ambientali comprendono specchi d’acqua fluente lentamente, depressioni e canali laterali, pozze effimere, bosco ripario igrofilo, bosco alluvionale di greto, comunità erbacee oltre ambienti disturbati e aree di sgombero colonizzati da vegetazione ruderale. Nel complesso “un ecosistema con elevati livelli di naturalità che offre habitat adatti a numerose comunità vegetali e animali”. Presenze importanti a livello floristico sono: la “rara e stupenda orchidea Ophrys holoserica, la Gentiana pneumonanthe quindi Thalictrum lucidum, Orchis militaris, Plantago holosteum, Euphorbia kerneri, Senecio erucifolius, Carex liparocarpos, Seseli annuum, Pulicaria dysenterica. Consistente, inoltre, la presenza di entità di origine esotica “che testimoniano il progressivo inquinamento floristico”: Amorpha fruticosa, Buddleja davidii, Solidago gigantea, Aster del gruppo novi-belgii. Procedendo dal Piave verso l’interno ecco tre distinte fasce di seriazione vegetazionale: la prima, più esterna, caratterizzata da formazioni a pino silvestre; la seconda, centrale, da depressioni periodicamente inondate in cui compaiono Fraxinus excelsior, Corylus avellana, Populus nigra e Alnus incana; infine la terza, più interna, “con popolamenti nettamente dominanti di ontano bianco”. Per evidenti ragioni di spazio non possiamo dar conto di tutte le specie presenti e quindi aggiungiamo che “l’area della Rimonta è da tempo conosciuta per l’interesse faunistico che riveste tanto da rappresentare una delle zone umide di più rilevante importanza della provincia di Belluno. Gli anfibi più comuni sono le Rane verdi ma sono presenti pure anfibi tipici di aree pianeggianti come Rana dalmatina, Rospo smeraldino e Rana montana. Tra i rettili: Orbettino, Lucertola muraiola, Ramarro ; tra i serpenti vanno citati: Biscia dal collare e Biscia tessellata; in campo ornitologico si contano ben 64 specie di uccelli: Tuffetto, Cormorano, Tarabuso, Tarabusino, Garzetta, Aironi cenerino e rosso, Germano reale, Martin pescatore, Usignolo di fiume, Migliarino di palude, fra gli altri, e poi: Nibbio bruno, Sterpazzola, Rigogolo, che non si riproducono all’interno dell’oasi ma ne sfruttano le potenzialità per motivi alimentari o la semplice sosta; quindi specie legate ad ambiti propriamente montani: Colombaccio, Cincia mora, Cincia del ciuffo, Regolo; e non trascuriamo che l’interesse ornitologico del biotopo è legato al fatto che anche qui “è stata accertata la riproduzione di specie decisamente rare come nidificanti nella provincia di Belluno” fra cui il Tuffetto e la Beccaccia, oltre a specie quali l’Astore, il Gracchio alpino, il Corvo imperiale. Per quanto riguarda i micromammiferi: Topo selvatico dal collo giallo, la Crocidura odorosa e quella dal ventre bianco, il Topo dal dorso striato e quello selvatico. Ungulati: diffuso il Capriolo come il Cervo che qui transita di frequente; segnalata infine la presenza di Volpe, Lepre comune e Scoiattolo. LAGHETTO RODELA. E’ ubicato in comune di Sovramonte: svoltando a destra nei pressi del bivio a Ponte Oltra, da Sorriva si discende verso la località Sentà proseguendo a piedi per un sentiero con dislivello di 203 metri. Ambiente umido di 7,1 ettari, a quota 375-380 con elementi pregevoli come sorgenti travertinizzate, bosco, avifauna legata a zone umide. Il laghetto è originato dalle acque del torrente Ausor e da una sorgente laterale che prima di confluire nel Cismon si espandono in una piccola conca lacustre limacciosa, racchiusa e sostenuta a valle da una “diga” di depositi fluviali. Merita di essere segnalata la presenza, anche se sporadica di Typha angustifolia, di Latifolia e della felce Matteuccia struthiopteris. La flora – si può leggere – ha subito negli ultimi decenni un sensibile inquinamento “da parte di specie di provenienza alloctona che ormai rappresentano una componente essenziale del paesaggio. E’ il caso di Impatiens glandulifera di origine himalayana. Da segnalare Roverelle e Quercus aurea, Carpino bianco, sporadici olmi e tigli; complessivamente ben 29 specie legnose. Nella parte pianeggiante: Salix alba, Sambucus nigra, Alnus incana, Cornus sanguinea e anche Corylus avellana. Le acque del laghetto sono utilizzate per la riproduzione dal Rospo comune e dalle Rane verdi mentre la Salamandra pezzata svolge invece attività nelle boscaglie. Intorno al bacino molto comune la Lucertola dei muri così come il Ramarro. Tra i serpenti il più comune è la Biscia del collare. Il biotopo riveste un certo interesse per la presenza di uccelli legati alle zone umide, non comuni in altri luoghi: Airone cenerino, Tarabusino, Germano reale, Gallinella d’acqua, Folaga, Moriglione; non raro il Martin pescatore, cui se ne associano altre tipiche degli ambienti forestali o agrari che lo attorniano: Capinera, Ghiandaia, Lui piccolo, Pettirosso, Scricciolo, Picchio rosso maggiore, Cuculo, le Cince. Va ancora detto che la presenza di conifere sulla riva destra del torrente favorisce la presenza di: Cincia dal ciuffo e Ciuffolotto che qui nidificano; non lontano è stata rilevata la riproduzione del Gufo reale e fra le specie osservate sporadicamente il Nibbio bruno, l’Upupa, il Corvo imperiale; più comune l’avvistamento di Balestrucci, Rondini, Rondoni, Rondini montane, Poiane. Decisamente scarsi gli esemplari di Topo dal dorso striato, Arvicole e, di notevole interesse: Puzzola. In chiusura, da ricordare che: “Fino agli anni ’60, sembra che la valle del Cismon fosse popolata anche dalla Lontra (Lutra lutra)” mentre ancor oggi è diffusa in zona la Martes foina, vale a dire la Faina.
NELLE FOTO (riproduzioni dalle pubblicazioni dell’Arpav: “Laghetti della Rimonta” e “Laghetto Rodela”): copertina della prima; Ophrys holoserica; Iris pseudacorus; Biscia del collare; Cincia mora; Germano reale; disegno di Lepre comune; copertina della seconda; Impatiens glandulifera; versante sopra il lago, culla di biodiversità; sorgente con fenomeni di travertinizzazione; vista invernale sul laghetto; Folaga; Cincia del ciuffo.