BELLUNO L’ordine dei medici lancia l’allarme: stando ai numeri non ufficiali e non del triennio 2019-2022, malgrado la riorganizzazione della rete ospedaliera e delle ULSS, mancherebbero in Veneto oltre 1.200 medici, dal pronto soccorso alla rianimazione toccando tutte le specialità. Ciò che ora è necessario sono soluzioni temporanee e condivise per un arco di tempo dai 3 ai – 5 anni, solo questo e non le chiacchiere potranno evitare la Caporetto del servizio sanitario. All’appello mancano inoltre i medici di famiglia, ma anche tre pediatri in Cadore, (Auronzo, Lorenzago, Vigo e Lozzo); Borgo Valbelluna (Cesiomaggiore, San Gregorio nelle Alpi, Santa Giustina, Sedico, Sospirolo) e basso feltrino (Alano di Piave, Arsiè, Feltre, Fonzaso, Lamon, Pedavena, Quero Vas, Seren del Grappa, Sovramonte). “La denuncia della Fimmg che prevede nei prossimi anni il pensionamento di 375 professionisti ed uno scenario che nel 2024 potrebbe vedere mezzo milione di veneti senza medico di medicina generale impone, come da mesi chiediamo, una revisione da cima a fondo dell’organizzazione del nostro sistema sanitario”. A dirlo la vice presidente della Commissione Sociosanitaria e consigliera regionale del PD Veneto, Anna Maria Bigon. La Giunta Veneta deve prendere consapevolezza che il sistema sanitario regionale è chiamato ad una nuova e profonda riorganizzazione. “La riforma precedente, che ruotava attorno ad Azienda Zero – conclude la Bigon – si è dimostrata insufficiente e per nulla lungimirante rispetto alla mole dei problemi che ora stanno emergendo ma che erano facilmente prevedibili”.
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