La Commissione speciale dell’UNESCO ha iscritto nella lista dei beni immateriali l’alpinismo, definito come “l’arte di scalare le montagne e le pareti rocciose, grazie a capacità fisiche, tecniche e intellettuali”. Il riconoscimento è avvenuto l’11 dicembre in occasione della Giornata internazionale della Montagna.
Si completa così un percorso durato ben nove anni fa, con Italia, Francia e Svizzera a promuoverlo e svilupparlo.
Vincenzo Torti, presidente generale del Club alpino italiano, dopo il riconoscimento ha detto:
-Se da un lato questo riconoscimento internazionale contribuirà a dare visibilità all’alpinismo in quanto tale, dall’altro comporterà l’obbligo di adottare specifiche misure di salvaguardia. Ed è in questo che i Club alpini proponenti, italiano, francese e svizzero, al pari della Guide alpine e dei Comuni transfrontalieri, saranno tenuti ad azioni di sensibilizzazione verso i possibili nuovi aderenti, partendo dal presupposto che, ferma la libertà di accesso alle montagne, l’avvicinamento alla loro frequentazione richiede fasi di apprendimento e di accompagnamento, l’esatto contrario della superficialità con cui vengono pubblicizzati messaggi di avventura no-limits-.
Secondo Reinhold Messner il riconoscimento è un bene ma occorre definire di quale alpinismo si sta parlando
– Sono molto contento che l’alpinismo sia stato riconosciuto come bene immateriale dell’Unesco- dice infatti il grande scalatore, -ma occorre definire di quale alpinismo si tratta. Di quello che sarà presente alle Olimpiadi di Tokyo attraverso le gare di arrampicata? Questo è sport. Delle salite su piste già preparate da altri per arrivare sulla cima dell’Everest o del Monte Bianco? Questo è turismo. Nella mia vita io ho fatto qualcosa di diverso. Secondo me va considerato l’alpinismo tradizionale, quello che va dal 1786 con la prima salita del Monte Bianco ad oggi, che è un fatto culturale, un approccio con la montagna. Questo è un bene che va messo sotto tutela e di cui sento la responsabilità di salvare la narrativa, di raccontarlo affinché non si perda. Nei prossimi anni della mia vita ho deciso di prendere quest’impegno. Insomma, secondo Messner l’alpinismo eletto a bene immateriale dall’UNESCO deve essere considerato quello tradizionale, non quello, diciamo così, allargato ad altri tipi di scalata che poco hanno a che fare con la tradizione.
Ed in questo senso ci piace chiudere con una frase dell’alpinista esploratore Julius Kugy, vissuto tra il 1858 e il 1944 che ebbe a dire:- Non cercate nelle montagne un impalcatura per arrampicare, cercate la loro anima-.