di Renato Bona
Ad iniziativa della Pro Loco Lamon lo storico Paolo Conte, come abbiamo già avuto occasione di ricordare, realizzava nel novembre del 2003 (stampa della tipografia Piave di Belluno, grafica e impaginazione di Antonio Genuin, presentazione di Franca Tollardo presidentessa della Pro Loco, copertina con la miniatura raffigurante San Pietro nell’inventario dei beni della parrocchia di San Pietro Apostolo di Lamon 1529-1533) il pregevole volume intitolato “Lamon: profilo storico di una Comunità di confine” , In questa occasione ci soffermiamo sul capitolo che l’autore ha opportunamente dedicato ai profili biografici di personaggi noti e meno noti ma sicuramente illustri, partendo dalla figura di Jacopo Facen (1803-1886) che ebbe i natali a Lamon da Antonio, agricoltore possidente, e Cristina Piasente. Entrato nel seminario di Feltre, si avviò al sacerdozio rimanendo nel collegio vescovile fino al 1827. Abbandonato il chiericato, due anni dopo si iscrisse all’Università di Padova e si laureò in medicina nel 1834. Rifiutata l’offerta di Tomaso Catullo di fargli da assistente all’Università, Jacopo si trasferì lo stesso anno ad Arsiè con l’incarico di medico condotto. Nel paese feltrino. Qui nel 1835 sposò Clementina Maddalozzo che gli diede la bellezza di 12 figli! Paolo Conte non trascura di dire che nel 1836 “fu impegnato ad arginare una grave epidemia di colera giunta nel Feltrino dopo essersi propagata partendo da Venezia”. Nell’impossibilità per ovvie ragioni di spazio, di dare conto di tutte le attività e benemerenze di Facen, ricorderemo che per oltre 40 anni fu medico condotto di Lamon dove per lustri assicurò anche l’assistenza farmaceutica. Conosciuto e stimato oltre i confini provinciali ottenne prestigiosi riconoscimenti ed incarichi anche dalle autorità austriache oltre che italiane. Nominato Cavaliere della Corona nell’ottobre 1877 ottenne poco dopo il mandato di ispettore agli scavi e ai monumenti del distretto di Fonzaso. Avanti con gli anni, si dimise dalla condotta medica il 12 ottobre 1880 e così fu più libero per altri impegni e per dare un mano all’amico parroco don Gaspare Scalet. Aurelio Facen (1836-1879): primogenito di Jacopo, nacque ad Arsiè; dopo le superiori nel seminario feltrino si iscrisse all’università di Padova e seguì i corsi di farmacia fino al 1858. Con la seconda guerra d’indipendenza, dopo il 29 ottobre 1959 uscì clandestinamente dal Veneto per recarsi in Lombardia e poi a Modena dove si arruolò nel corpo sanitario dell’esercito piemontese. Promosso sottotenente operò nell’ospedale di Rimini e quindi a Palermo dove rimase fino alla fine del 1865. Con la guerra per l’annessione del Veneto all’Italia cui partecipò attivamente, si guadagnò encomi e medaglie. Quindi si trasferì stabilmente a Firenze, ospedale chimico-farmaceutico; si accasò nel 1873 con Maddalena Savi ed ebbero un figlio, Antonio. Scrittore fecondo e dallo stile elegante diresse la rivista “L’Amico della famiglia”. Morì a Firenze nel 1879 lasciando il figlio in tenera età. Quarto figlio di Jacopo, Quintino Facen nacque a Lamon nel 1844 e fu avviato agli studi da don Gaspare Scalet curato di Arina. Frequentò il triennio delle tecniche inferiori a Belluno e le superiori a Venezia. Diplomatosi nel 1866 si iscrisse a matematica a Padova dove, concluso il terzo anno accademico, nell’autunno 1870 venne nominato professore di scienze naturali e agronomiche all’Istituto tecnico di Treviso. Si occupò di fenomeni astro-meteorici e cosmico-tellurici scrivendone su alcuni periodici e ottenendo le lodi dello studioso ginevrino Carlo A. Kesselmeyer. Morì prematuramente a Lamon nel 1873. Concludiamo con Giuseppe Facen (1860-1941) dodicesimo ed ultimo figlio di Jacopo, nato a Lamon nel 1860. Introdotto agli studi dal padre, frequentò le scuole tecniche a Belluno, diplomandosi con ottimi voti; dopo il servizio militare a Lecce, nel 1910 sposò Giuseppina Bertoldi. All’inizio di carriera collaborò alla preparazione dei calcoli per il progetto delle fortificazioni militari costruite lungo le Scale di Primolano. L’attività principale fu tuttavia quella per le Poste: a Pordenone prima e quindi a Padova quale direttore. L’11 ottobre, in occasione del cinquantesimo della morte del padre, presenziò a Lamon alla cerimonia celebrativa. Morì a Padova nel 1941, lasciando la moglie e due figlie: Flora ed Elda.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Paolo Conte “Lamon: profilo storico di una Comunità di confine”): la chiesa di san Donato, al centro dell’abitato in una cartolina degli anni ‘50, sulla destra si nota il vecchio campanile in legno; “Pont Alt” Ponte Serra nella litografia stampata nel 1876 su disegno di Marco Moro; probabilmente la prima fotografia del centro del paese scattata negli ultimi decenni dell’Ottocento; donne che lavano i panni nella “Rig” all’inizio di via Resenterra, all’altezza dell’attuale Municipio (periodo precedente la Grande guerra); Jacopo Facen; Aurelio Facen; Quintino Facen; Giuseppe Facen.
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