BELLUNO Diminuiscono le imprese artigiane in provincia di Belluno, ma l’export manifatturiero tiene in piedi l’economia locale nonostante la pandemia, la guerra e la carenza di materie prime. Secondo l’Osservatorio Economia e Territorio di Cna Veneto, che ha confrontato i dati di fine marzo 2022 con quelli di fine 2019, la situazione per le imprese artigiane è peggiorata. A Belluno, infatti, si sono registrate 174 unità in meno rispetto al 2019 (-3,6%), situazione peggiore di Rovigo (-10,8%) ma simile a Padova (-4,8%) e Verona (-4,1%). In Veneto, il saldo complessivo è di 4.053 unità in meno (-3,2%), situazione che il presidente di Cna Belluno, Massimo Sposato, ritiene preoccupante, ma non deve far venire meno il supporto ai bellunesi. Tuttavia, l’export registra un +23% a Belluno rispetto al 2019 (4,96 miliardi di euro, 917 milioni di euro in più), un dato che testimonia una sempre crescente attenzione all’artigianato locale. Ma non solo le imprese artigiane subiscono la crisi: anche il totale delle imprese attive, l’occupazione e il turismo registrano un calo. Le presenze turistiche a Belluno sono diminuite del 9,3% rispetto al 2019 (3,4 milioni di presenze, 300mila in meno nel 2022), ma l’ottima stagione invernale ha mitigato la situazione. In totale, il Veneto ha perso 5,3 milioni di presenze turistiche rispetto al 2019, con una percentuale del -7,5%. Tuttavia, c’è una buona notizia per Belluno: si è classificata al primo posto tra le province venete e al settimo su 114 comuni nazionali in base alla pressione fiscale, secondo il “Tax rate” annunciato da Cna Veneto. Questo è un dato positivo per le imprese locali, che potrebbero usufruire di un incentivo alla defiscalizzazione in accordo con Cna Veneto. Nonostante la crisi, il supporto e gli incentivi potrebbero essere la chiave per contenere il calo delle unità e sostenere l’economia di Belluno.
CRISTIAN SACCHET DIRETTORE APPIA CNA BELLUNO