di RENATO BONA
BELLUNO Finito di stampare nel gennaio 1994 dalla tipolitografia-editoria DBS di Rasai di Seren del Grappa in provincia di Belluno. E’ il libro di cento pagine “l’arrotino”, titolo originale in lingua tedesca “Scherenschleifer”, scritto da Dino Larese (un autentico personaggio della cultura in terra elvetica) per ricordare ed onorare la figura del padre, emigrato in Svizzera dove svolse il mestiere di arrotino per lungo tempo, con grandi sacrifici e molte soddisfazioni. Vi compaiono anche tre disegni di autore ignoto, forse lo stesso Dino, del quale in apertura di narrazione delle vicende e vicissitudini paterne si precisa che “Per diversi anni Dino Larese ha lavorato a questo libro di prosa, dedicato alla vita di suo padre, Francesco Larese Roja, che proveniva dal Veneto, e precisamente da Auronzo di Cadore, e venne al di qua delle Alpi, in svizzera, per guadagnarsi il pane. Larese racconta, nel ricordo della vita dura di suo padre che per centinaia di ragazzini, sul dorsale lungo il lago dall’alta Turgovia fino a Stein am Rhein era diventato un grande amico. Ai padri e alle madri, Papà Larese affilava forbici e coltelli, ai ragazzini che si stringevano attorno alla sua mola da arrotino, raccontava storielle ed ai suoi figli portava a casa sassi dalle forme e dai colori più strani e nuove storie. Un libro piacevole su un uomo piacevole per il quale il figlio, seppure personalità nota, ha conservato l’amore e l’attaccamento”. Vediamo intanto chi era l’autore, Dino Larese. Il sito https://hls-dhs-dss.ch/it specifica che nacque a Candide di Cadore il 26 agosto 1914 e cessò di vivere il 18 giugno 2001 ad Amriswil in Svizzera e aggiunge: “Figlio di Francesco, coltellinaio (1937) ed Helen Schläpfer, figlia di un fabbricante tessile di Teufen (AR). Dopo la scuola magistrale a Kreuzlingen (1930-34), fu insegnante di scuola elementare ad Amriswil dal 1936 al 1980. A titolo accessorio svolse una vasta attività di promozione e creazione culturale, tra l’altro come direttore dei programmi della Società radiofonica della Svizzera orientale (1949-62) e specialmente quale fondatore e direttore dell’Accademia di Amriswil, un centro di incontro frequentato da personalità di rinomanza internazionale. Diresse inoltre il Club internazionale ed il circolo culturale del lago di Costanza. Editore dei periodici Amriswiler Schreibmappe, Thurgauer Jahrbuch, Internationale Bodensee-Zeitschrift e del bollettino dell’Accademia di Amriswil (Begegnung), fu autore di resoconti autobiografici, fiabe, saghe e libri per ragazzi. Fu insignito di numerosi riconoscimenti, tra cui il premio del cantone Turgovia (1970), la cittadinanza onoraria di Amriswil (1973), il premio culturale del Reno superiore della Fondazione Goethe (1985), la croce al merito di prima classe della Repubblica federale tedesca (1988) e il dottorato honoris causa dell’Alta scuola pedagogica di Weingarten (Württemberg, 1995). Il 21 settembre del 2011 il sito https://staatsarchiv.tg.ch/de/news/ pubblicava questa notizia sull’illustre cadorino: “Archivio Dino Larese oggi parte integrante dell’Archivio di Stato. La Fondazione Dino Larese, Amriswil, fondata nel 1994, è stata sciolta con ordinanza della LPP della Svizzera orientale e dell’autorità di vigilanza della fondazione del 17 agosto 2011. La restante fortuna di poco meno di quattrocentomila franchi è stata trasferita al museo locale di Amriswil, che mantiene viva la memoria del fondatore nella sua mostra permanente. Il consistente patrimonio archivistico della Fondazione è diventato proprietà dell’Archivio di Stato del Canton Turgovia; inoltre tutti i diritti sui libri, scritti e testi di Dino Larese. Larese è stato un importante mediatore culturale dagli anni Quaranta agli anni Novanta, lavorando con centinaia di scrittori, filosofi, musicisti, pittori e scultori con i quali si sono stati stabiliti contatti, tra cui Thomas Mann, Carl Zuckmayer, Ortega y Gasset, Manès Sperber, Carl Orff e HAP Grieshaber. L’archivio è particolarmente importante in relazione agli innumerevoli artisti dell’area del Lago di Costanza e del Canton Turgovia. Insieme all’archivio di Verlag Huber, donato all’Archivio di Stato nel 1998, documenta in modo impressionante la storia letteraria della Turgovia”. Per ovvie ragioni di spazio e per non privare chi fosse interessato del piacere di leggere personalmente la storia (anche se il libro non è facilmente reperibile) diremo che nelle prime righe l’autore si sofferma sul rapporto padre-figlio descrivendo quello “che legava il protagonista Lorenzo a suo padre Floriano: “Il padre aveva un buon odore forte di legno e di tabacco da pipa. Tal volta, nei suoi abiti verdi, Lorenzo trovava aghi di pino o piume d’uccello ed allora il suo cuore batteva eccitato e lui guardava ammirato il padre di ritorno dai boschi lontani ed azzurrognoli, che poteva vedere se si alzava in punta di piedi davanti alla finestra della sua camera…”. Poi richiama un episodio significativo della vita di Lorenzo: “Col passar degli anni, altri bambini arrivarono in casa, la famiglia aumentò in fretta e Lorenzo doveva occuparsi ovunque. Ma la povertà non si poteva sconfiggere: più figli nascevano, più prendevano campo le preoccupazioni per il nutrimento e per il vestiario… Una sera il padre, rivolgendosi a lui come fosse già un adulto, gli disse. “Lorenzo, ho scritto a Leipzig ad un mio vecchio compagno di scuola. Lui là si è fatto una posizione e conduce un negozio di forbici e coltelli. Puoi andare da lui, ti accoglierà volentieri e là hai un buon posto… all’altra parte del confine c’è un piccolo paese, tu devi trovare là, nella trattoria ‘al Corvo nero’ il mio amico Gino. Ti sta aspettando e di darà il suo aiuto. Ed ora, Lorenzo, va, sta bene”. Il padre abbracciò il suo ragazzo a cui le lagrime rigavano le gote. Lo baciò sugli occhi, sulle guance, gli accarezzò i capelli e disse: va, ora”. Al compimento dei 14 anni, meister De Pretto gli disse: “Hai finito di imparare qui, in officina, ora tu puoi andar fuori, di paese in paese”. Nasceva così, e prosperò, pur vivendo la drammatica esperienza di due guerre mondiali, l’arrotino Francesco Larese Roja, padre di Dino Larese. Il quale dal canto suo come maestro elementare ha insegnato a leggere e a scrivere a centinaia di ragazzi ed ha svolto in patria e fuori una intensa attività nel campo della cultura come produttore artistico alla radio e alla televisione, come organizzatore di congressi e fu più volte segnalato per le sue opere letterarie, ricevendo fra l’altro una decorazione della Fondazione Goethe svizzera, dalla Fondazione Schiller, dal Consiglio cantonale di Thurgovia; oltre alla cittadinanza onoraria di Amriswil, fu insignito della Croce al merito di prima classe dell’Ordine della Repubblica tedesca.
NELLE FOTO: (riproduzioni dal libro “l’arrotino”, Google, Amazon.in): la copertina del libro di Dino Larese con l’immagine del padre arrotino; e quella della versione in lingua tedesca dell’opera; i tre disegni che illustrano il libro; copertine di altre due pubblicazioni dell’autore bellunese; immagine di Larese insieme a Martin Heidegger sulla strada per Hölderlins Hauptwil.