dal sito NEWSINQUOTA.IT
di Marco D’incà_Ponte nelle Alpi
ALPAGO Se n’è andato troppo presto, Marco De Demo. A soli 37 anni. E a piangerlo non è solo il paesino di Borsoi, in cui abitava, e la comunità di Tambre. Lo piangono un’intera provincia e il mondo dello sport. Un mondo di cui Marco faceva parte a tutti gli effetti. Nonostante la disabilità. Perché De Demo eccelleva in una disciplina in cui l’uso degli arti inferiori non è necessario: il tiro a segno. Non a caso, lo chiamavano “cecchino”. Dal 2014, si è sempre distinto per risultati di altissimo spessore: non solo a livello provinciale o regionale. Anche in ambito nazionale. Basti pensare che, nel 2015, aveva ottenuto un brillante quinto posto nella carabina R5, ai campionati italiani. Senza considerare svariati titoli e piazzamenti, conquistati in una carriera da incorniciare. Faceva parte del “Tiro a segno nazionale Ponte nelle Alpi”, un’associazione affiliata Uits e Coni, che da molti anni opera sul territorio con base al poligono di tiro di Nuova Erto. A questo proposito, il 30 dicembre scorso, De Demo era stato premiato nel municipio di Cadola dall’amministrazione pontalpina per «l’impegno, la passione e i grandi risultati raggiunti». Lo ricorda pure l’Assi, a cui era legato: «È stato uno dei primi associati e, grazie anche alle nostre attività, è stato bravo a costruirsi una vita in cui cercava sempre la propria indipendenza». Il funerale si svolgerà in forma privata. Il “cecchino” ci lascia. Ma la sua forza e il suo esempio rimangono. Quelli sì, per sempre. Buon viaggio, Marco.